Pagina:Maturin - Melmoth, III, 1842.djvu/202

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voci comprese da orrore esclamarono: Melmoth, l’uomo errante!

Son io!... sì, sono io!... (rispose) Chi pertanto oserà opporsi al mio passaggio? Chi vorrà farsi compagno della mia fuga? Io non cerco ora di farvi del male, ma non voglio esser trattenuto. Perchè mai questo insensato non ha piuttosto ceduto alla mia voce, che al mio brando?... Una sola corda sensibile poteva vibrare e muoversi nel mio cuore; questa corda si è spezzata per sempre! Io non tenterò più l’imbelle sesso! L’oragano che sbarbica le montagne ed atterra le città dovrà esso far prova della sua forza per isparpagliare le foglie di una rosa?

Mentre favellava così gli occhi di lui caddero sopra Isidora, che era caduta tramortita a lato di don Fernando. Egli si chinò verso di lei; sentì che respirava ancora, ed avvicinandosele all’orecchio, con voce bassa per non essere da nessuno ascoltato, le disse: Isidora, volete fuggire con me? Ecco il momento. Tutte le braccia sono paralizzate; tutti gli