Pagina:Maturin - Melmoth, III, 1842.djvu/226

Da Wikisource.

217

voce, che aveva atterrata tutta la terra, fece sopra di loro l’effetto del tuono, che rumoreggia da lontano.

Mortali, disse loro, voi siete qui per parlare del mio destino e degli avvenimenti che lo hanno contraddistinto. Codesto destino, per quanto io credo, è compiuto, e con esso cessano gli avvenimenti che hanno la vostra curiosità risvegliata. Io son qui per tutto dichiarare: sì, io, di cui vi parlo, son qui. Chi può di Melmoth, dell’uomo errante, raccontar le avventure meglio di lui medesimo al momento in cui sta per terminare una esistenza, che è stata un soggetto di stupore e di spavento per tutto l’Universo? Melmoth, voi vedete il vostro antenato; l’uomo di cui avete veduto il ritratto con una data tanto antica. Voi, Moncada, avete avanti agli occhi una conoscenza di una data più recente. Non temete; e che avreste a temere? Voi signore, siete munito del vostro rosario, (qui un raggio di maligna ironia rischiarò per un poco le spente pupille di lui) e voi Melmoth siete rafforzato dalla