Pagina:Mela - I tre libri di Pomponio Mela del sito, forma, e misura del mondo. Tradotto per messer Thomaso Porcacchi.djvu/58

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••5 6 LIBRO poggie. Silurifici quefta opinione, pmiocbe la cei nere, che fla[opragli altari in cima al monte, non fi bagna mai, anzi refla jempre tutta raccolta infieme in una barca, come ella ut è lafciata. Ne è, fecondo il pa= rer d’alcunt, il rimanente come un promontorio, anzi tutto, che con tutta la fcbiena fila ua a finire in mare. Da quella parte, ch’egli è congiunto con terra ferma, fu forato da Xerfi, quando egli andana contro a’ Gre ci,etui fu fatto paf/ar folto il mare,tal cbefenza difiù culti fi potè, et boggi ancbor a fi può nauicare. Alle ra dici di que(lo,fono alcune picelo!e colonie de’ Pelafgi. In cima ui fu il Cafiello Acrotbo, doue fi uiueua, per quel che dicono, là metà più, che altroue. Pailene è tati lo grande, che occupa il feggio, e il fito di cinque cit= tà. Tutta s’erge in alto, ma doue.eUa comincia, è affai Hretta. Quiui è Potidea, ma doue ella più al largo fi eftende, ui è Menda, et Scione. Quella da gli Heretri, et quefta fu edificata da’ Greci, allbor ch’eglino dopo la prefa di Troia ritornauano a cafa. Segvitano dopo queflià popoli di Macedonia, iquali arrecano non poco di gloria a quelle città, doue eglino fono aUeuati: fra le quali la più nobile, et la più iUuflre è PeUa,ueramente per lo ffilendore, et per la glo ria di Filippo, ilquale foggiogò tutta la Grecia, er di Aleffandro,che ninfe tutta l’Afiafuoi allieui,celebrata, et famofa. Piegafi il lito Megiberneo fra’ promontori, et diuide Canaflreo,e il porto,che fi chiamò Co po. eira conia lacittà di T orane, di Fi fi ella,et di Megiberna, da cui egli ha deriuato il nome, Scione è uicina al promon = torio