Pagina:Memini - Mia, Milano, Galli, 1884.djvu/118

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non una, ma cento Mie a Giuliano. Ma, mentre condannava Drollino, sorrideva a Giuliano con una soavità biricchina di donna felice.

— Oh! che sciocco è mai colui.... E tu, Giuliano, non te ne curare.... Per una cavalla! non son tutte tue quelle dei pascoli e delle scuderie?... E se vuoi, falle venir da Londra, là, dove dici che son così belle.... Non pensar più a colui. È una cosa da nulla.... — E per quella cosa da nulla prodigava baci, carezze, soavità di sguardi e di parole da bastare alla felicità di tutta un'esistenza.

Giuliano era disarmato, e il suo terrore delle scene, la sua pigrizia naturale finirono di placarlo. Tralasciò di borbottare, e fu lui che calzò l'altra pantofolina celeste sul piede rosa (grande come un biscottino di Novara) della sua Milla.... Ma la collera non era completamente passata; gli rimase una certa uggia verso Drollino. Quel monello, che cavalcava come un cavallerizzo, che si permetteva d'aver una cavalla propria, che aveva