Pagina:Memini - Mia, Milano, Galli, 1884.djvu/238

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soffocando la voglia di gridare, afferrava con mano convulsa il braccio di Drollino. Questi sentiva alla sua volta uno strano rimescolìo, un intimo turbamento lo sconvolgeva tutto. Ma senza fermarsi a chiedere cosa fosse, lo dominava, e, calmo egli stesso, rassicurava la Duchessa, ripetendole, col suo accento vibrato, di non temere, di fidarsi di lui. Le faceva animo; con un sorriso che aveva qualcosa d'imperioso e di supplichevole ad un tempo, con qualche raro: — Brava! — Milla si fidava, e ciò le giovava immensamente. Persisteva nella sua impresa, sostenuta dal pensiero che tutte queste difficoltà le incontrava per Giuliano, per procurargli il piacere di una sorpresa. E nei momenti critici, quando le pareva proprio di non poter più reggersi in sella, guardava intensamente Drollino, attingendo il sangue freddo nella calma scintillante di quello sguardo, certa che, in ogni caso, la mano di lui l'avrebbe sorretta. Ah, sì, Drollino era proprio un buon maestro!

Siccome il tempo era limitato, le lezioni si ripetevano