Pagina:Memorie della Accademia delle Scienze di Torino, Tomo XXIX.djvu/529

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di costanzo gazzera 113

nazione, procurarono tanti secoli di lustro e di felicità a quella contrada.

Dopo ciò se noi ci faremo ora a scorrere il canone di Manetone, per quella parte che concerne i re della diciottesima dinastia, conservatoci da Giuseppe Flavio, non potremo non restare sommamente maravigliati nello scorgere pressochè nessuna rassomiglianza tra i nomi datici da esso, e quelli concernenti cotesti re stessi, i quali ci vengono indicati dai monumenti i più celebri della Tebaide e della Nubia. Varie sono le ragioni che si possono assegnare di tale diversità. Pare, in primo luogo, che altro fosse il nome pel quale i re Faraoni erano comunemente conosciuti nel paese, altro quello che si adoperava a far fede negli atti amministrativi, o sui pubblici monumenti. Giacche e nolo, pw esempio, che il Ramses dd gran tempio. d’ Ipsainboul, di quello di Calabschc, dei palazzi di Karnak, o di Louqsor ec. non e menzionato nel canone di Manetone, e nei greci scritlori fuorche col nome d’iSetfios, Sethosis-, Sesostri. W Mephres del prete di Sebenito, il Meri di Erodolo e di Diodoro, sui inoniimenti porta<il nome di Thout/uncs, o Thoull/niosis. E cosa probabile, in Secoiido luogo, che oio derivasse pure dal prenome reale di cui ciascun re al suo avvenimcnto al trono veniva, pare, insignito. Quanto ineno queslo e cio che accaddc appunlo al Thouthinosi pur or menzionato, che inttmto il canone cliiama col uome di INIephres, inquaulo che il suo cognome reale, quello che ne accorapagna il nome vero nei cartelli, e formato dal carattere inai, me, mi, e dal disco, simbolo delD’ioFre, i quali due caratteri riunili dicono Muiphies, Mepfu-es, MipJue, che non e di verso da Me-ri, o Meri, giacche Re, Ra, o Ri, ugualmente che Fre, non sono altri phe il Sole. Finalmente qualunque falto illustre del regno d’ un Prin^ cipe, mi difetto coi-porale, un vizio capitale, una singolare e caratteristica virtu potevano, o dovevano poter dare una parlicolare apijellazione, la quale col tempo avra preso il luogo del propria uome. Cio tutlo si vede accadulo sotto i re Lagidi, nel regno de’ ijuali si e dovulo rinnovare in gran parte quanto erasi praticato