Pagina:Memorie della Accademia delle Scienze di Torino, Tomo XXIX.djvu/539

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di costanzo gazzera 123

uno do’ pii grandi re che inai sedcssero sul trono d’ Egilto. Non fora qiiiiidi inaraviglia se taute meniorie ne rimangono di esso e del regno suo in ogni sorla di monumenti di quel paese, dalle moll coloss-di ai piccoli amuletti e scarabei. Gii ho avyerlito, die il pill gran nuinero di qursti iillinii porlano espressi, uiiitamente al suo noinc, una gran parte dcllo preclarc sue gesla, ed io credo, che come per le medagUe si scrisse la \ila, e si cliiarirono le gesta di piii re, ed illustri psrsonaggi anlichi e moderni, eosi noil fosse cosa difficile lo scrivere la storia del regno del re Meri-Thouthinosi per ^\ scarabei \ che ora re pacifico, ed arnministralore vigilante, equate protettore delle due regioni ci si rappresenta sotlo le forme di una sfinge: talora in abilo civile, o colle divise sacerdotali intcnto a porgere voti ed ahbrucciare l’ incenso dinanzi alio primarie deilii dell’Egitto: ncgli uni ritto in piedi colln spada imbrandila, minaccia di fendere il capo ad un iiiimico, che preso per Ic treccie del capo tieiie sotto di se: in altri su gcneroso destriero calpesta gl’ inimici vinti e soltomessi ec. Non e cosa impossibile di cerlo, ed esempi anliclii e moderni il comprovano a sufficienza, che da un Principe giovane, attivo e dotato di esimi talenti non si possano operai’e grandissime cose in piccolo spazio di tempo; tuttavia io non mi persuadero cosi facilmente, die le impi’ese militari, le opere pubblichc, o quanto fu bastante a rendere per ogni dove celebi-e e rinomato il nome del re Meri, tulto cio si facesse nel breve termine dei dodeci anni e nove mesi di regno, die soli li vengono assegnati dal canone di Manctone. So che facil cosa <;arebbe l’ allungarue il terinine col solo allegarc lallito il testo per lo scambio delle cifre numeriche accaduto, sia nella trascrizione delle riopie manoscritte, che per allre cagioni, «d in un sol tralto di penna aggiustare di tal maniera la lezione da togliere ogni maggfore diflicolla. Ma oltre che bisogna andare a rilento nel supporre erroj-i, e nel mcttcr mano nei testi antichi, nel caso nostro poi, tutte le edizioni di Giuseppe Flavio e di Eusebio portano evidentemente dodeci, la qual cifra pure entra pel