Pagina:Memorie della Accademia delle Scienze di Torino, Tomo XXIX.djvu/761

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BEL CAV. DI S. QUINT INO 3lt

^randlssima d’l basallc^ chc per la sua slupenda conservazionc, la Sua integrita, la rai’ita della pietra e la precisione degl’ inlagli e meritamentc Icnuta per una delle cose più helle che si conoscono in questo genere. La sua forma e quclla ordinaria delle mummie egtziaae fatla sui conlorni del corpo umano; le sue dimensioni sono le seguenti: e lungo metri 2,39, ossia piedi parigini 7. 2; e largo metri 0,’j-), o piedi 2. 4j ed e alio, insieme col suo coper chio, metri o,85, ossia piedi a. 9. La sua leggenda, che e scritta in bellissimi caratleri geroglifici, e copre in parte le due facciate di ^ueir urna, c’ insegna che in essa slava altre volte deposto un

sacro-scrittore, e del gran tempio di Buto, nella citta che

avea nome da quella dea nel basso Egitto, delta Letopoli dai Greci. II nome di quel defiinto, qual si legge sul fine d’ ogni linea perpendicolare di quella leggenda, era Orsec; quello di sua madre, posto suUa parte sinistra del detto coperchio, era Ortaut figlia di Netbuto; ed Aufre quello del padre a destra. Sono debitore della

notizia di queslt nonai alia gcntilczza del sig. ChampoUion. Probat

bilmente questo prezioso monumento fu estratio dagli antichi ipogci di MenA, poco distanti dalla mentovata citta di Buto.

n. face. 369. L’ autorita de’ monumenti contemporanei dee ▼prealefe su quella degli scrittori, e dello stesso Diodoro di Sicilia, il quale nolo che: Gli Egiziani consideravano il solo padre come autore delia vita j diccndo che la madre non somniinistrava alia prole altra cosa fuorche il ricovero e l’ alimento. No’3ov d’ avhiva. TMv yevKjSc’vrav vo\).{^vj(si.v, 6v8’ «v i? ixpyupavr,Tou fXTtTpog yevvt^fr y. , otScXou yap urrsiXri^aTt rov ncaipot. {livov airtov v.vv.i r«; yvjizi’^^, rnv St fnn-:ip(x zpo<friv x«t /^jipocv notpi/e^xt rw ^pifei. Diod. Sic. Bibl. I. §■ 80.

o. face. 269. Questo manuscrltto, I’illustrazione del quale fu publicala in Roma nell’anno 1787, era, trent’ anni or sono, il solo papiro egiziano che si conoscesse in Europa. (V. Scho^v Ch. pap.