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Pagina:Memorie storiche civili, ed ecclesiastiche della città, e diocesi di Larino.djvu/129

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34 MEMORIE STORICHE CIVILI

avendo gli Equi risposto con fierezza, i Romani dichiararono loro la guerra l’anno 449., e i due Consoli P. Sempronio Sofo, e P. Sulpizio Saverrione si spinsero nelle Terre di questi Popoli, e le distrussero; e di qui è, che avendo i nostri Popoli inviato Ambasciadori a Roma per ottener la pace, e l’amicizia, fu loro accordata la confederazione: e queste sono le parole di Livio: Ad singulas Urbes Consules ambo circumferendo bello, unum, et quadraginta Oppida intra dies sexaginta, omnia oppugnando ceperunt. Quorum pleraque diruta, atque incensa, nomenque AEquorum prope ad internicionem deletum, de AEquis triumphatum, exemploque eorum clades, ut Marrucinì, Marsi, Peligni, Frentani mitterent Romam Oratores pacis petendae, amicitiaeque: Iis Populis foedus petentibus datum. Quindi è, che dopo furono i nostri Frentani di grande ajuto a’ Romani, come si è accennato sopra num.7. e segg.

15. Non può contrastarsi adunque questa confederazione: il punto sta ora in vedere la maniera, con cui seguì; e per ciò sapere, si stima necessario premettere, come le confederazioni a tempo de’ Romani non erano tutte uguali, ma altre più eque, e altre meno eque: tanto che Menippo Legato del Re Antioco presso Livio lib. 31., che si riporta da Carlo Sigonio de Antiquo Jure Italiae lib.I. cap.1, dell’edizione del 1593. di Francfort pag.123. dice, che tre erano i generi di queste confederazioni: Unum, cum bello victis darentur leges, ubi enim omnia ei, qui armis plus posset, dedita essent, quae ex iis habere victos, quibus multari velit, ipsius jus, arbitriumque esse. Alterum, cum bello pares aequo foedere in pacem, atque amicitiam venirent: tunc enim repeti, reddique per conventionem res; etsi quarum bello turbata possessio sit, eas, aut ex formula juris antiqui, aut ex partii utriusque commodo componi: Tertium, cum qui hostes nunquam fuerint, ad amicitiam fociali foedere inter se jungendam coeunt, eos neque dicere, neque accipere leges, id enim victoris, et victi esse.

16. Ciò posto, che che altri dicono intorno alla qualità della confederazione di questi nostri Popoli colla Repubblica presso Lucio Camarra più volte lodato lib.2. cap.3. esaminando egli una tale controversia dice, che la confederazione accordata a i Popoli Frentani, a i Peligni, a i Marsi, a i Marrucini, dopo la distruzione degli Equicoli, fusse equa: Iis Populis foedus petentibus datum: nimirum datum, sed aequum; e poi appresso giustificando questo suo sentimento, e riprovando il contrario, fa vedere, che militassero i medesimi co i Romani, come Socj, specialmente in occasione delle Guerre avute in Italia co i Tarantini, coi Galli Cisalpini, e col Cartaginese, delle quali si è parlato di sopra: e se tutto ciò egli sostiene a favore de’ suoi Marrucini, de’ Peligni, de’ Marsi, Regioni meno potenti, e più vicine agli Equi, che sono posti, ove ora è Albi, e Tagliacozzo; molto più deve credersi a favore de’ nostri Frentani, che erano Popoli assai più potenti, e più lontani dagli Equi; e così appunto parla Livio appresso Sigonio in detto lib.I. al cap.14., ove tratta de agro, et foedere Frentanorum, con quelle parole: Frentanos AEquorum clade commotos Legatos Romam de pace, et amicitia misisse, iisque foedus petentibus datum esse: Unde post Pyrrhi bello, Frentani, ut Socii Romanis affuerunt: siquidem eo bello