Vai al contenuto

Pagina:Memorie storiche civili, ed ecclesiastiche della città, e diocesi di Larino.djvu/131

Da Wikisource.
36 MEMORIE STORICHE CIVILI

et principem; e tralasciamo tanti altri Scrittori, i quali asseriscono, e comprovano questo sentimento.

19. Né può dirsi col Biondo, e Razano presso Leandro Alberti, ove parla de’ Peligni p.233. terg., che non Larino, ma Frentano Gastello, che si vuole posto, ove ora sta situata Francavilla, detta da altri Frantavilla, come nota Camarra de Theat. Antiq. lib.I. cap.4. pag.55. non molto discosto da Ortona a Mare, fusse la Metropoli de’Frentani; imperciocché questo sentimemo si ributta dal medesimo Alberti, facendo vedere, che ivi non sia mai stato un tale Castello, o Città, come si è detto nel cap.I.n.1., e quando mai questo luogo così sia stato appellato, cioè Francavilla, o Frentavilla, egli non può avere altro significato, che di Villa Frentana, o di Villa Franca, il che totalmente si oppone al sentimento di chi la vorrebbe Città Capitale.

20. Siccome nemmeno può dirsi, che la Metropoli de’ Frentani sia stata la Città appellata con proprio nome, Frentana, porta vicino al fiume Frento; essendo che questo sentimento anche si ributta dal medesimo Alberti nel luogo di sopra citato, e da noi se ne parla in detto cap.I. num.4., e quando così fusse, pure verrebbe situata nel Territorio de’ Larinati, quale si stendeva fino al Frontone

quindi non essendovi altra Città, che abbia preteso, o che pretenda ragionevolmente questo pregio di aver goduto la presidenza della Regione Frentana col decoro di Città Metropoli, ben può conghietturarsi, che Larino sia stato tale, come Amiterno su Metropoli de’ Vestini, Chieti de’ Marruccini, e altre Città simili.

21. Asserendosi, che Larino fu Città degli Etrusci, e che gli Etrusci non furono liberi, che cinque Secoli prima, e cinque Secoli dopo la fondazione di Roma, resi poi Provincia de’ Romani, come diffusamente va esaminando l’Anonimo di Milano nel luogo di sopra più volte citato sect.18. num.94. e che perciò debba dirsi, che allora almeno egli perdesse il decoro di Città capitale della sua Regione; imperciocché prescindendo da quel, che sia stato prima de’ Tosani, e a tempo de’ Sabini, de’ Dalmati, e de’ Liburni, da tutto ciò non può negarsi, che a tempo de’ Toscani fu Città principale, e che poi discacciati i Toscani, rimanesse Città Metropoli, libera, e independente non solo da’ Romani, ma anche da’ medesimi Toscani, e forsi con maggior libertà di prima, e a tempo, che si abitava da altri Popoli, formando le sue leggi, e facendo quanto fusse stato di bisogno per il buon regolamento di una perfetta Repubblica.

22. E quali fussero le Leggi, e Magistrati di questa Regione, e sua Città Capitale, in sì profonda antichità è poco meno, che impossibile rintracciarlo; posciaché in quei rimotissimi tempi si regolavano le cose secondo la qualità de’ luoghi, e tempi: Così appunto parla Sigonio nel cit. lib.2. cap.14. de Foederat. Civitat. Legum porro, ac Magistratuum, qmbus quaeque Civitas uteretur, ratio exquiri fortasse potest, inveniri vero in tanta vetustate, qui potest? aliarum tamen alias leges, aliosque Magistratas pro rerum, ac temporum ratione, et cujusque Republicae genere fuisse, non est difficile intelligere. Possiamo però dire, quanto ai Magistrati, che a tempo della Repubblica in Larino non mancavano i Candidati, i Censori, i Consoli, i Dittatori, i Pretori, i Potestà, i Pon-