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Pagina:Memorie storiche civili, ed ecclesiastiche della città, e diocesi di Larino.djvu/134

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LIB. I. CAP. VIII. 39


6. Intanto, quantunque fra i combattenti fusse diversa la fortuna, dubitando con tutto ciò i Romani del valore degl’Alleati, il Console Luzio Giulio Cesare, che prima di uscire dalla carica bramava dar termine a questa gran piaga interna, ed esterna della Repubblica, né trovando altro spediente per riconciliare gl’Alleati con Roma, stese una legge Consolare, la quale, perché egli solo sosteneva il Ministero Consolare, e quanto agl’affari militari, era suprema, ed independente la sua potestà qualora mantenevasi in campo, fu rettificata da’ Padri conscritti, ed indi in poi fu sempre dal suo nome chiamataLex Julia, colla quale dichiarava: Che tutti i Popoli d’Italia, la cui colleganza con Roma fosse incontrastabile, godere dovessero onninamente de’ privilegj della Romana Cittadinanza. Quindi si riconciliarono gl’Alleati, e ai medesimi fu conceduta la tanto bramata Cittadinanza Romana, a riserva dei Sanniti, e Lucani, i quali poi pure l’ottennero, e fu promulgata la detta legge Giulia in quest’anno 663. Catrov., e Roville d. tom.14. in d. anno 663.

7. Ebbe questa guerra diversi nomi: fu chiamata Sociale per esser fatta da molti Popoli Socj, e confederati: fu chiamata Marsica per esser stati i Marsi, secondo Strabone, i primi, che si inoltrarono armati, ed anche Italica, per effersi tanti Popoli d’Italia uniti.

8. Laonde i nostri Popoli Larinati, e Frentani nell’anno di Roma 449. divennero confederati della Repubblica, e nell’anno 663. ottennero la Cittadinanza col suffragio attivo, e passivo nei Comizj, e furono fatti partecipi di tutti gli onori, e dignità dei Romani; e così furono Municipes de’ Romani, e le Città fatte Municipi de Romani; in quanto i Municipj non erano altro, che quelle Città Forastiere, le quali venivano ammesse alla Cittadinanza, e si facevano partecipi degli onori, e delle cariche col voto attivo, e passivo senza pregiudizio dei proprj dritti, e leggi, delle quali si servivano prima, prendendo l’appellazione di Municipio a Muneribus, et honoribus capiendis. Sigon. de Antiq. Jur. Ital. lib.2. cap.7. a differenza delle Colonie, le quali ex Civitate Romana, propagabantur, e di altri simili Cittadini Romani onorarj, come parla Gelio lib.14. cap.13. presso Sigonio loc. cit. cap. 6. e 7.

9. Municipio adunque divenne Larino dopo la guerra Italica, e i suoi Cittadini Romanorum Municipes: e con tale appellazione lo vediamo chiamato presso gli Storici, in diverse Iscrizioni lapidarie, come appresso; e Cicerone nella XIV. orazione da lui fatta in Senato l’anno di Roma 687., o fusse nel 688. aetatis suae anno 41., come scrive Sidonio Apollinare lib.8. ep.10. Fabrizio nella Biblioteca Latina lib.I. cap.8., cioè 24. o 25. anni dopo la guerra Italica, in difesa di Aulo Cluvenzio Avito, figlio dell’altro Aulo Cluvenzio Avito, che fu estratto Pretore, e governò nella Guerra Italica ne’ nostri Frentani, e Peligni, come sopra; ne fa, diciamo, ampia testimonianza Cicerone, ora chiamando Larino Municipio, ora appellando i suoi Abitatori Municipes, particolarmente al cap.11., dove parlando del medesimo così dice: Aulus Cluventius Avitus fuit Pater hujusce, homo non solum Municipii Larinatis, ex qua erat, sed etiam Regionis illius, et vicinitatis, virtute, existimatione, nobilitate facile princeps. Così al cap. 196. Non illi vos, dice egli, de unius Municipis,