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Pagina:Memorie storiche civili, ed ecclesiastiche della città, e diocesi di Larino.djvu/135

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40 MEMORIE STORICHE CIVILI

parla di Cluvenzio; fortunis arbitrantur, sed de totius Municipii statu, dignitate, commodisque omnibus sententias esse laturos: summa est enim, Judices, hominis in communem Municipii rem diligentia, in sìngulos Municipes benignitas; in omnes homines justitia, et Fides: ed al cap.202., così conchiude:Judices, conservate Aulum Cluventium, restituite incolumem Municipio, amicis, vicinis, hospitibus, quorum studia videtis, reddite.

10. Municipio si appella Larino nelle Lapidarie Iscrizioni, e Memorie, che si trascrivono nel seguente cap.9. come nella I., ove si dice, che Tito Vibbio Prisco fu Patrono del Municipio. Così nella II. ove si nota, che Tito Tibilio Primitivo fu Patrono del Municipio di Larino: parimente nella IV., ove si legge, che il Municipio, e gli Abitatori di Larino erigessero una lapide a Cajo Rajo Capitone.

11. Il fatto è, che col nome di Municipio furono anche in Larino tutti gli Ordini, e Magistrati di una perfetta Città libera; e primieramente non può dubitarsi, che vi fusse l’Ordine, che si distribuiva in tre passi, cioè Decurioni, Cavalieri, e Plebe; poiché lo stesso Sigonio nel luogo di sopra lodato, in proposito di Larino, l’appella insignis Orda, la di cui immagine vediamo anche conservata in questa Città fin’al Secolo XII. leggendosi nella sentenza del Card. Lombardo, Arcivescovo di Benevento, emanata di commissione di Alessandro III. sopra i confini di questa Diocesi Larinese nell’anno 1175. diretta al Vescovo di Larino, al Clero, all’Ordine, e alla Plebe: Lombardus Dei Gratia, cosi comincia, Beneventanus Archiepiscopus, Venerabili Petro Larinen. Episcopo, Clero, et Ordini, et Plebi Larinen. Episcopatus in perpetuum, come nella medesima sentenza distesa nel lib.3. cap.3.

12. Di questi tre Ordini, coi quali si governavano i Municipi a guisa di Roma, cioè il primo, che era Senatorio, e si diceva Summus; l’infimo, che era quello della Plebe, et Medius, che era l’Equestre. Sigon. de Antiq. Jur. Civ. Romanor. lib.2. cap.1. è certo, che in Larino ne abbiamo chiarissimi testimonj, oltre a quello ne dice Sigonio, come sopra.

13. Quanto a quei del primo Ordine, che erano i Decurioni, da altri appellati Senatori; lo abbiamo nella Cluvenziana, ove Cicerone così dice: Ex lacrymis horum existimare potestis omnes, haec Decuriones Municipii Larinatis decrevisse lacrymantes. Come pure parlando in essa di Oppianico, che avesse commetto molti delitti, e tra gli altri ìllum tabulas publicas Larini censorias corrupisse Decuriones universi judicarunt; similmente, che Oppianico difendesse, che i Marziali, cioè i Ministri pubblici di Marte, fusseero liberi, e Cittadini Romani, graviter id Decuriones Larinatium, cunctique Municipes tulerunt; ed altrove. Cosi anche se ne fa menzione con espressione ben significante nelle Memorie, ed Iscrizioni Lapidarie trascritte nel seguente cap.9., ove si dice, che con decreto de’ Decurioni fu ordinato eriggersi memoria alito Vibbio Clemente, come pure a Bibia Prisca, ed a Tito Vibbio Prisco, e farsi a i medesimi il funerale coll’erezione delle loro Statue: HIS. D. D. FVNVS. ET. STATVAS. DECREVER. Parimente nella seconda si dice, che Tito Tibilio fabbricasse per sé, e suoi un Sepolcro in un luogo a lui conceduto con decreto de’ Decurio-