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LIB IV. CAP. III. | 349 |
6. Gli Abitatori sono di nazione Albanese, ed Epiroti, come si è accennato, i quali benchè ne conservino il costume, e con esso il linguaggio corrotto, non riconoscono però altro rito nelle cose sagre, che il latino, lasciato affatto il Greco, fin dal tempo de’ Predecessori, e col costume è rimasta anche qualche Greca osservanza per essere i Greci costantissimi in ritenere i loro usi, specialmente quello del pianto ne’ mortorj, che si soleva pratticare dagl’antichi per mezzo delle Prefiche, o siano Piagnone, donne, a ciò condotte per mercede, e tolto da’ più Sinodi nel Regno, e in quello di Sicilia; tantocche quantunque nel nostro Sinodo su di ciò avessimo dato provedimento generale per tutta la Diocesi, ritrovando nientedimeno nella Visita ottava, fatta l’anno 1734. che in questa Terra non fusse cessato un tale abuso, fussimo costretti provedervi con particolare decreto, che si legge nel tom.2. di d. Visita p.333. come siegue: Non cessando le Donne dagl’abusi che si fanno in occasione de’ Funerali, con tutto il rigore delle nostre Costituzioni part.3. cap. 4. n.11. si ordina al Rev. Arciprete, e Clero, che sotto pena di sospensìone a Divinis desistano dal loro officio, in occasione che le medesime continuano ad inquietare le Funzioni Ecclesìastiche con pianti, lamenti, strepiti, e segni simili dì gentilità, lasciando loro col cadavere totalmente in abbandono sinattantocche ritornate nelle loro case, non abbiano lasciato liberamente il cadavere, con che possino esercitarsi le funzioni, giusta la disposizione del Rituale Romano.
7. Il Barone destina il Governatore con suoi Officiali, per l’amministrazione della Giustizia, ed esso si governano per l’Annona per mezzo del Mastrogiurato, Eletti, e Sindici, come si è detto dell’altre Terre.
8. Venendo ora allo spirituale, quanto a1 Clero, egli non è numeroso, contandosi appena coll’Arciprete, che tiene l’esercizio della cura dell’Anime, due altri Sacerdoti, ne vi sono Porzionarj, come per altro questi mancano in tutte le altre Chiese delle terre abitate dagl’Albanesi.
9. Nella pubblica piazza dentro dell’abitato sta porta la picciola Chiesa Matrice, sotto il titolo de’ SS. Pietro e Paolo, essendo per lo più le Chiese de’ Greci dedicate a questi Santi. In questa Chiesa non vi è, che un solo Altare coll’Immagine in mezzo della B. Vergine di Costantinopoli, la di cui Festa si celebra nel terzo giorno di Pentecoste, e a lato del detto Altare vi sono due statue di stucco de’ sopraddetti Santi Apostoli Pietro, e Paolo. È ben proveduta di tutto il bisognevole per la celebrazione de’ Divini Officj, e per l’amministrazione de’ Sagramenti, conservandosi nella sua Sagrestia fin’ad oggi una Pianeta, che si dice fatta alla Greca, ma è la forma delle antiche latine. Non vi sono SS. Reliquie. Viene governata dal suo Procuratore, che si conferma dalla Corte Vescovile, il quale tiene anche la cura del Monte frumentario.
10. Ma perchè in detta Chiesa erano mancanti molte cose, onde non vi era tutto il decoro Ecclesiastico; quindi visitandola nell’anno 1734. furono dati più ordini, e si leggono negl’Atti della Visita ottava d. tom.2. p.331 e 332. fra quali i più notabili sono intorno ad essa Chiesa: Che dalla parte d’avanti si stenda per un’altra archata, e che si copri a volta, che chiamano a lamia tutta d. Chiesa. Così intorno alle Sepolture si dice: Per ovviare a sconcerti, e ri-