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Pagina:Memorie storiche civili, ed ecclesiastiche della città, e diocesi di Larino.djvu/464

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LIB IV. CAP. V. 363

che crederebbesi ognuno non dal Piceno, ma dal Paratiso Terrestre esser venuti: Sonavi in oltre copia di varie forte di Ciriege, frutti, che da Cerascente portò Lucullo in Italia, onde ebbero il nome,alcuni alberi delle quali producendole due volte l’anno, ristorano soprammodo quei, che le mangiano. Non dirò della quantità, e qualità de’ pomi granati, posciacche dal sapore agro, dolce, e misto potrai dare soddisfazione al tuo gusto. Vi sono altresì molte forte di mele, tra le quali vi è quella detta di Paradiso, dolce assai di sapore.

13. Tutto questo era a tempo del P.Coccarella un secolo, e mezzo addietro, ma al presente non vi sono Vigneti, e pochi alberi di frutti. L’olio benchè poco, è di gran perfezione. Caccie in abbondanza, in particolare di Conigli, e la rende decorosa la magnificenza degl’edificj, benchè dall’assenza degl’Abitatori, e molto più dell’Abate, che ne manca da circa sestant’anni, va tutto in rovina.

14. Non solo Diomede rendè famosè queste Isole, ma in appresso furono decorate, se così possa dirsi, con due celebri esilj: Uno di Giulia, Nipote di Augusto, come riferisce Tacito. Juliam Augusti Neptem adulterii convictam projectam ab eo fuisse in Insulam Tremetum, haud procul Apulis Lictoribus ibique viginti annis exilium tolerasse: L’altro di Paolo Warnefrido, detto volgarmente Paolo Diacono, Segretario di Desiderio ultimo Re de’ Longobardi, che fu relegato in quest’Isole da Carlo Magno, come si legge in Leone Ostiense lib.1. cap.15. e ciò per non farlo morire, secondo meritava il suo delitto; perchè ebbe giusto riguardo al suo sapere, e valore. E qui non è da tralasciarsi, che quantunque il Ducato Beneventano si stendess molto, in particolare sotto Arechi Duca, e poi Principe di Benevento, e di Salerno, quest’Isole però mai furono sotto il suo dominio; perchè non avendo i Longobardi forze marittime, mai gli venne fatto porvi piede; siccome nemmeno in Gaeta, e altre Città poste al lido del Mare, che sempre furono dominate dagl’Imperadori Costantinopolitani, e Carlo Magno l’ebbe dopo che s’impadronì dell’Italia, e fondò il nuovo Imperio in occidente, onde perciò vi mandò relegato il sopraddetto Paolo Diacono.

15. Ma sopra tutti da fama gloriosa a quest’Isole la dimora, che vi fece il celebre Desiderio Abate di Monte Casino, poi Papa, sotto nome di Vittore III. il quale nato da’ Principi Longobardi in Benevento, e lasciando la sposa, che i suoi Genitori gl’avevano destinata, si fè Monaco del Monastero della SSma Trinità della Cava, d’onde passò a quello di S. Sofia sua Patria, e quindiveritus ne Civium, aut Familiarum, forse Familiarium, consuetudine a Dei servitio retraheretur, ad Insulam Tremitensem Monachorum ibi degentium fama Sanctitatis allectus, perrepit. Appresso per sfuggire il governo della medefima Badia si conduste nell’Eremo del Monte della Majella, per starsene nascosto tra quei Monaci, ma poi da Leone IX. fu forzato ritornare nel Monistero di S. Sofia di Benevento, indi si condusse a quello di Monte Casino, dove fu fatto Abate coll’approvazione di Stefano IX. dal quale fu inviato Legato in Costantinopoli, per trattare la communione della Chiesa Greca, finalmente fatto Cardinale enixit Praesulum, et Principum votis, ac precibus victus in Capuana Synodo Vi-