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Pagina:Memorie storiche civili, ed ecclesiastiche della città, e diocesi di Larino.djvu/514

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LIB IV. CAP. V. 413

sappiamo certamente, come cadendo il Secolo II. di Gesù Cristo si possa assentire al nome di Conte nella maniera, che sembra voler egli parlare; e molto meno al nome di Chiesa, e di Chiesa pubblica; posciacche assai più tardi furono permesse a’ Fedeli le loro fondazioni, come si accenna nel cap.5. di questo lib.4. §.4. n.13. e segg. Per altro noi non troviamo memoria di questa Terra più remota, che quella, la quale ce ne dà il Diploma della concessione della Città detta Gaudia, o sia Città a mare, posta nel tenimento di S. Agata de’ Canonici Regolari Lateranensi, fatta da Tesselgardo Conte di Larino, nell’anno 1045;. leggendosi in fine di esso: Acta intus in Castello de Serra, come nel medesimo Diploma, che si riporta in questo lib.4. cap.5. §.7. ove de’ luoghi distrutti nel tenimento di S. Agata n. j. come pure la Cronica Cassinese lib.4. c.96. dove si nota, che Roberto Conte di Molise facesse donazione della metà del Castello di Serra al Monastero Cassines nell’anno 1127. iis porro diebus, cioè circa l’anno 1127. Robertus etiam Comes de Molisio fecit privilegium huic loco de medietate Castri Serra, quod est sub jure Larinetisis Episcopatus : e si vede notata tra le Terre spettanti alla Diocesi di Larino nella sentenza del Cardinal Lombardo dell’anno 1175. e tanto in detto Diploma, quanto nella Cronica Cassinese, e in detta sentenza sta scritta col nome assolutamente di Serra: e cosi pure con quello semplice nome si legge nelle due Bolle di Lucio III. e d’Innocenzo IV. forse perchè appresso ricevette l’aggiunto di Capriola, per il miracolo di sopra narrato.

4. Il nome poi di Serra stimiamo introdotto dal luogo della sua situazione . Egli è un latinismo, e secondo la spiega, che ne fanno i Signori Fiorentini, vuol dire luogo stretto, e angusto; ma tra noi significa una fattezza di monti lunghi, ed erti, a guisa di segadritta, e inuguale: In fatti questa Terra sta situata sopra la salita d’un monte, nella forma preaccennata, che fa un’ampiissima pianura da Occidente, e Settentrione, da dove si gode la vista della Puglia Daunia, e del Monte Gargano, avendo il Fortore ad Oriente discosto da circa tre miglia, e da Larino dodici.

5. Di essa fa memoria Leandro Alberti nella Descrizione d’Italia, quando discorre della Puglia Daunia dicendo: Ritornando a i luoghi posti fra Terra

e distostandosi da Lesina quattro miglia, e dal Fiume Fortore uno, appare sopra la cima dell’alto Monte Serracapriola, onorevole Castello, e molto nominato per tutto il Regno di Napoli, per il passaggio degli animali, che quivi passano di diversi paesi per svernarvi in Paglia. Et in questo vi è la Dogana, come eglino dicono, dagli Officiali; se ne cavano oltre a cento mila ducati l’anno.

6. Scipione Mazzella quasi copiando da Leandro, nella descrizione del Regno di Napoli, parlando della Provincia di Capitanata dice lo stesso in tal modo: Fra Terra, quattro miglia sopra Lesina, e un miglio presso a Fortore, su un alto Colle è la Serracapriola popolosa, e civile Terra, la quale è molto nominata per tutto il Regno, per lo passaggio degli animali, che vi passano di diversi Paesi, per isvernare in Puglia, e per la Dogana, che vi è delle pecore, cioè il luogo, ove bisogna pagare tanto per capo d’animale.

7. E non sussiste, volendo questi Scrittori, che Serracapriola sia discosta