Vai al contenuto

Pagina:Memorie storiche civili, ed ecclesiastiche della città, e diocesi di Larino.djvu/614

Da Wikisource.

LIB IV. CAP. XIII. 513

che sta posta in Diocesi di Guardia Alfiera, e per le notizie, da noi ricercate, i Schiavoni furono introdotti in questa Terra a tempo di Carlo V. e persone della Palata in comprova di quella loro origine ci hanno trasmesso la seguente Iscrizione copiata dall’Arco maggiore della Chiesa Matrice, ove sta scritto: Carolus V. Rex Hispaniae Romanorum Imperator Augustus Clemens & c. Aguire Provincia Cantaliriaa Nobilis Cataneus praedicta Majestatis, et utilis Dominus Castri Palatae fieri fecit in anno 1531. Ed in una lapide posta nel finestrone sopra la porta di essa Chiesa si legge: Hoc primum Dalmatiae Gentis incoluere Castrum Ac a fundamentis erexere Templum anno 1531. Noi però non c’induciamo a ciò credere; posciaché, non abbiamo vestigio né di Rito, né di loro linguaggio, vivendo, come sempre han vissuto in rito latino, e parlano col nostro linguaggio Italiano, quandoché gli Albanesi, ed Epiroti, che abitano in altre Terre della Diocesi mantengono ancora il loro linguaggio, quantunque si fussero introdotti in esse assai prima, cioè verso il fine del Secolo XV. come si è detto in parlarsi di Ururi; ma la fama costante, che gli Abitatori di Montelongo siano Schiavoni di origine ci fa stare in questo dubbiosi, e che forsi prima siano stati del tutto Italiani, poi distrutti, introdotti li Schiavoni, e che dal di loro principio abbino usato il rito latino, e lasciato il proprio linguaggio, ritenendone qualche parola.

5. Nella numerazione de1 fuochi stampata dal Mazzella nel 1601. si dice Montelongo 38. Nell’altra del 1626. vecchio 38. nuovo 41. In quella del 1669. stampata dal de Bonis nel 1671. sta notato Montelongo antico 41. nuovo 45. Ora si contano in questa Terra da circa novecento anime.

6. Il Territorio è assai angusto, e insufficiente al proprio bisogno, ma supplisce l’industria degli Abitatori, che non tralasciano condursi dove possono, e vivono comodamente. Quanto all’Annona, e peculio comune, si governano da’ loro Eletti, e Sindaci, e rispetto all’amministrazione della Giustizia vi presiede il proprio Governatore, che si destina ogn’anno dal Padrone del luogo.

Della Chiesa Matrice.

7. Nel principio del nostro governo fu trovata questa Chiesa a due navi, quasi cadente, picciola, difforme, e mal tenuta; per la qual cosa nella Visita da Noi fatta il 1.di Luglio dell’anno 1727. ordinassimo, che si rinovasse, e ampliasse. In que’ principi non vi s’incontrò poca difficoltà, per parte di chi per altro per ufficio doveva darvi tutta la mano; ma poi coll’ajuto del Popolo, e delle Cappelle, e con qualche nostro soccorso il tutto fu eseguito, principiandoci nel medesimo sito da’ fondamenti, ampliandosi a tre navi; e già si è felicemente terminata di’ ordine Toscano. Ella è capace a sufficienza. Vi, è il Coro decentemente posto dietro l’Altar Maggiore, Sagrestia bastevole, e ben formata, e non manca niente di quanto spetta al decoro di una Chiesa Parrocchiale Matrice, essendovi pure il Cimiterio posto al lato sinistro del Coro dietro l’Altar maggiore nel luogo appunto dove era prima, non avendo avuto bisogno di rinovarsi, e dall’altro lato vi è il Campanile, ben fornito. Dopo terminata fu da Noi benedetta con tutte le funzioni Ecclesiastiche. a’ dì 4. del Mese di Marzo del 1734. con sommo pia-