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Pagina:Memorie storiche civili, ed ecclesiastiche della città, e diocesi di Larino.djvu/633

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532 MEM. STOR. CIV. ED ECCL.

no, benché all’intorno vi sono piacevoli declivi, e più giù una falsa pianura. Al presente tiene il nome di Torre di Zeppa, preso da una Torre, che vi era, la quale è caduta a’ tempi nostri, e propriamente nel principiare di questo Secolo.

42. Non può dubitarsi, che questo luogo sia stato abitato; imperciocché si vedono i vestigj di fabbriche, e della stessa Chiesa, della quale appresso, come pure vi si riconosce il recinto di alcune altre Torri. Quanto alla lua origine, il Signor Principe, all’ora, che scrisse, Marchese di Salcito, dice, che egli fusse antichissimo. Quanto alla sua distruzzione dubita, e dice, che forsi seguisse a tempo de’ Goti, e che forsi anche colla sua distruzzione fusse stata edificata la Ripa. Il fatto è, che questo luogo fu Terra abitata, e che tra i luoghi di questa Diocesi non si registra Zeppa, o sia Cippa, e nella Sentenza, e Bolle preaccennate, non se ne parla come di luogo abitato, ma come di un confine: e per altro nel Catalogo de Baroni sotto Guglielmo II. si legge, come si è detto: Robertus Avalerius tenet a praedicto Comite Juliano de Castropiniano Rjpam de Brittonis, & Castellum, quod est Feudum unius Militis, a nostro giudizio questo Castello, che si nota in detto Catalogo de’ Baroni non abbia potuto esser altro, che il luogo di Zeppa, di cui si parla, e che forsi in que’ tempi si abitasse, non volendo in quella stagione altro significare questa parola di Castello, che un Casamento posto in alto, come lo descrive Ugosio Castrum quod in loco alto situm est, quasi Casa alta, unde Castellum; e Guiberto Abate Novigente de Lande B. Mariae cap.7. Castellum autem ex Vallo, et muro, Turrique conficitur: e più diffusamente Dufresne nel suo Glossario verb. Castellum, dove dice, che fin dal Secolo VI. e tempi più bassi da’ Scrittori Oppida munita fuerant dicta Castra, et Castella : quindi possiamo conghietturare, o che a tempo de’ Goti non fusse stato totalmente distrutto, se pure il fatto sia passato così, o che poi appresso fusse stato riedificato, e che in detta sentenza del Cardinal Lombardo, e Bolle di Lucio III. e d’Innoc. IV. non se ne faccia parola, che come di un confine, forsi credendo sufficiente per numerare i luoghi, che compongono questa Diocesi, far menzione della Ripa, e tralasciar mentovare questo Castello di Zeppa, come membro della medesima Terra: ma che che di ciò sia, avendo il lodato Signor Marchese su le sue rovine fatto accomodare ultimamente un’abitazione, sopra la sua porta ha fatto porre la seguente Iscrizione, dettata dal suo Spirito, e noi stimiamo qui trascriverla.

D. O. M.
hic ubi cernis viator
herba, ac arboribus coopertam
magnam lapidum congeriem
terra fuit olim antiqua
turribus ac muro cincta
ob diram temporis injuriam
obscuri nominis ac ignoti
sed que adhuc vulgo zippa vocatur
b’ gothorum crudelibus eversa armis.
ut fama dubia, at vere forte tenet
sed ni credis!
jam immanem respice uitimam desolationem