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Pagina:Memorie storiche civili, ed ecclesiastiche della città, e diocesi di Larino.djvu/663

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562 SERIE DE' VESCOVI LARINATI.

cap. 6. del lib. 2. dove, secondo il m. f., dato fuori dal P. D. Angelo della Noce, questo viene registrato, e a noi piace farci alcuna nota per maggior chiarezza, come siegue: Constantinus quoque, Praepositus S. Benedicti de Lariano, così per Larino, con voce corrotta dalla barbarie di quel secolo, proclamavit in placito Maldefrion, che pure è scritto Maldefrit, nell’edizione, che ne fece il Laureto, Comitis super Azonem Episcopum ipsius Civitatis de Ecclesia S. Benedicti in Pectinari, quam idem Epicopus cum omnibus possessionibus ejus, sibi vin dicaverat; et ostensa ratione, ac justitia nostra, judicante Comite, et Episcopo renunciante, recollegit eam; et quoniam destructa erat, a fondamentis eam restaurans, ibi Monasterium, quod hactenus intra Civitatem fuerat, esse constituit, ibique cum Monachis, che altra lezione dice, cum Fratribus, così per lo più veni vano appellati negl’antichi loro monumenti i Monaci Benedettini, religiose vivere caepit. Alle quale parole aggiungendo l’Ughellio: Haec de Azzone, qui Episcopus cum Monachis vitam duxit monasticam tantum reperimus, caetera, ejus acta obscura sunt. Si vede adunque da tutto ciò l’abbaglio, che prende Ughellio, volendo, che Azzone menasse vita monacale, quandocche, non Azzone, ma Costantino, Preposto di S. Benedetto di Larino, fu quello il quale, ricevuta la Chiesa di S. Benedetto in Pettinara, e risturandola da’ fondamenti, vi edificò un Monistero, nel quale co’ suoi Monaci incominciò a vivere. Si parla di questa Chiesa, e Monistero di Pettinara nel lib. 4. cap.1. n.46.

Dello stesso Azzone abbiamo memoria in un istrumento di concessione in Enfiteusi, che si fa di alcuni beni di esso Monistero di S. Benedetto in Pettinara da Giovanni Abate ad Azzone, figliuolo del medesimo Vescovo di Larino, e al Conte Maldefredo, il quale istrumento si riporta dal P. Abate Gattola nella Storia di Monte Casino nel sec.V. Cassinese, che è dall’anno 900. al 1000. num. 7. Quindi bisogna dire, che Azzone prima del Vescovado ebbe moglie, e figliuoli, leggendosi in esso istrumento nel principio così † In Dei nomine scriptum convenientiae, qualiter ego Azzo filius quondam Azzoni, così, Episcopi bona mea manifesta causa facio, quia in Domus Joannes Abbas. E questo seguì nell’anno 1006. dal che possiamo ricavare, che il nostro Vescovo Azzone fu Cittadino Larinese, come si è detto nel lib. 3. cap.1. §. 2. n. 15. ove degl’Uomini Illustri della Città di Larino.

Il P. Abate Gattola nella Storia Cassinese loc. cit. p. 130. vuole, che verso questi tempi Leone fusse Vescovo Larinese: Leo Presbyter, ac deinde Episcopus Larinensis Monasterium S. Benedicti in Patria sua, parla di Larino,Cassinatibus dono dedit: Egli però non fu nostro Vescovo, vedendosi chiaramente dalle Lettere di Agapito Papa nell’anno 945. dirette al medesimo Leone, intruso nel Vescovado di Trivento, e a Benedetto intruso in quello di Termoli, colle quali si ordina ad istanza di detto Giovanni III. Vescovo di Benevento di non ingerirsi nel governo di dette rispettive Chiese, che avevano occupato, dichiarando, che tanto queste, quanto tutte le altre Chiese del Principato Benventano spettassero al Vescovo di Bene vento, come nelle medesime Lettere, che si leggono distese presso Ughellio nella vita del suddetto Giovanni III. Vescovo Beneventano . Qui quasi per un secolo ci abbandonano le memorie de’ Vescovi Larinesi,