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Pagina:Memorie storiche civili, ed ecclesiastiche della città, e diocesi di Larino.djvu/767

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Santa Maria in Pensulis, dove al presente si venera. E veramente si rende inesplicabile la pietà de’ Popoli, che concorsero alla solennità di questa sagra azione, autenticata con molti Miracoli : e che non possiamo dire della Traslazione del Corpo del Glorioso San Pardo già Vescovo nel Poliponese, similmente Patrone principale di questa Città, e sua Diocesi fatta già secoli prima in questa nostra Cattedrale, e poi trasferito ultimamente dalla sua antica Catacomba in una Urna sotto l’Altare maggiore di essa, dove al presente con frequenza de’ Popoli si venera? senza lagrime, e tenerezza, riflettendo alla letizia, e contento spirituale di questa Città tutta, e sua Diocesi, Baronaggio, e convicini, e molto più della buona memoria di Monsignore Catalani, Vescovo di questa Santa Chiesa, e nostro Antecessore, in cui intervennero, oltre quasi tutta la Diocesi, e Clero tanto secolare, che Regolare, molti altri. Prelati con innumerabile concorso di Forastieri.

IV. Sono questi, Venerabili miei Fratelli, Diletti miei Figli, sono questi, replichiamo, pegni della Divina Bontà, lumi singolari della Misericordia del Signore Iddio verso Noi. Furono vive membra di Gesù Cristo, Tempio dello Spirito Santo, che meritano ogni veberazione, ogni culto, per cui molto viene S.D.M. glorificata in essi, molto Gesù Cristo si compiace in Loro, lasciati in questo Mondo per nostri difensori, in nostro ajuto: e come scrive S. Basilio, sono questi Torri, anzi fortezze, e presidi fermissimi della Città, e Provincie, dove si venerano: sunt equidem Sacra Reliquia, quasi Turres, et propugnacula, fortissimaque tam Civitatum, quam Provinciarum, ubi habentur praefidia : e S. Ambrogio vedendo cessare il furore degli Ariani, che cercavano prenderlo, e che desistevano dall’eresie per i gran miracoli delle Sagre Reliquie ; quasi sanatmente gloriandosi solea dire, che avea le Sagre Reliquie per suoi difensori : « Ariani ipsum Divum Ambrosium cum vellent invadere, Sacrarum Reliquiarum miraculo conversi, ab incepto destiterunt, indeque Arianorum furor capit in dies minui, ita ut idem Pastor sibi pie gloriando, hoc in Symbolum sibi vindicans, dixerit, tales ambio Defensores ». È sarà sufficiente testimonio quel Pietro Re di Aragona, che scrivendo a Sanzio Re di Castiglia la crudelissima strage di quaranta mila Uomini, e più di trentaquattro mila Cavalli dell’esercito di Filippo Re di Francia, gli attestò, dicendo, non fusse questo seguito per mezzo di altri Ministri, che delle morsicature di una moltitudine do Mosche, uscite dal Corpo di S. Narciso nel tempo stesso, che l’esercito Francese suo nemico devastava irriverentemente il sepolcro, in cui quello si conservava, nella celebre battaglia di Girona, di cui era Padrone, e Protettore il medesimo Santo.

V. E faressimo troppo diffusi, se in questo gran campo volessimo discorrere, raccontando gli ajuti spirituali, e temporali, che ora, e sempre hanno avuto, e hanno i Regni, le Province, le Città, i luoghi, e Popoli, i quali mercè la Bontà di Dio, si sono fortificati di così fermi Prefidj. Certissima cosa è, che, le Città, e le Provincie si sono preservate da calamità infinite per le Ceneri, Sepolcri, e Reliquie de’ Santi, le quali hanno essi avuto, e custodito religiosa