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Pagina:Memorie storiche civili, ed ecclesiastiche della città, e diocesi di Larino.djvu/774

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RELAZIONE STORICA

Dell’ultima solenne Traslazione del Corpo di S.Leo Confessore fatta dal Magistrato di detta Terra al Sig. D. Domenico Cataneo, Duca di Termoli.

SIGNORE.

I. SI compiacque V.E. con suo benignissimo foglio ordinare a me suo Agente in questo suo stato, una distinta Relazione della solenne Traslazione delle Sagre Reliquie, e Corpo del glorioso S. Leo dell’Inclito Ordine di S. Benedetto, Protettore, e Padrone principale di questa sua Terra: In adempimento della sua attenzione, volendo anche farla il Regimento, abbiamo pensato formarla unitamente. Quindi dovrà sapere V. E. come fu al Mondo S. Leo, e propriamente per quanto si raccoglie dalle antiche memorie, su la decadenza del Dominio de’ Greci nella Puglia, e de’ Principi Longobardi nel Sannio, e ne’ Frentani. Nacque di Famiglia Nobile in un luogo fondato sopra le ruine dell’antica Cliternia, detta poi volgarmente con nome corrotto Licchiano, stata già nel tenimento chiamato dello Saccione, oggi in Provincia di Capitanata, il quale esercitatosi fin dalla fanciullezza nelle virtù più eroiche Cristiane, e poi nella S. Predicazione rese il comune tributo alla Natura nel Monistero del medesimo Ordine, sotto il titolo di S. Felice, posto da circa sei miglia dittante di questa sua Terra di S. Martino, e ascritto egli al Catalogo de’ Santi, meritò, che da S. Chiesa si celebrasse il suo Uffizio, colla seguente Orazione, che si legge in un libretto, quale si conserva in questa Matrice Chiesa, scritta di carattere Gotico antichissimo: Deus, qui Beatum Leonem, Confessorem, miraculis innumeris, decorasti, & gloria, sublimasti; concede propitius, ut quem in terris pro suffragiis invocamus, intercessorem apud te in Caelis jugiter habere mereamur. Distrutto poi, e mandato a ruina quel Monistero di S. Felice, di cui in oggi non si vedono altre memorie, che una Grotta, che chiamano la Grotta di S. Leo, nella quale era il sepolcro dì esso glorioso Santo. Il Signore Iddio, che.non soffriva rimanesse questo Sagro Deposito cotanto pregiudicato nel suo culto, volle, che andati a caccia Roberto Conte di Loritello (come costantemente affermano per comune tradizione quelli nostri Concittadini) o altri, che fussero, come si ha per altre relazioni, e legato un Cavallo all’anello di una lapide sepolcrale, per Divina Providenza a viva forza quella smossa, e così genuflesso il Cavallo rimase fino a tanto, che giunsero ivi detto Conte, o altri, che fussero, li quali vedendo questo divino spettacolo, e osservando, che dentro il sepolcro si conservasse il detto sagro Deposito, con altre Reliquie riconosciute da una carta perga pergamena, che ritrovarono dentro un canduolo di piombo, che attualmente ab-