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Pagina:Memorie storiche civili, ed ecclesiastiche della città, e diocesi di Larino.djvu/779

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Ombrelle, con Cappe, rimaste per istrada da per tutto schierate le Confraternite, non soto del luogo, ma di altre Terre della Diocesi, e fuori essa; e fu gran forza penetrare, che entrasse in Chiesa di S. Maria in Pensulis per la gran calca del Popolo, dove finalmente giunti li suddetti tre Prelati si vestirono Pontificalmente sotto lo stesso Trono, e le Dignità, e Canonici con Piviali, Pianete, e Dalmatiche ognuno secondo il suo ordine, restando gli Arcipreti, con Mezzetta, e Stola: e non avendosi possuto cantare altra Messa in questa Chiesa, per la moltitudine de’ Popoli, come si avrebbe dovuto, e si era stabilito; li due Prelati Bajuli, cioè Monsignor di Guardialfiera, e Monsignor nostro si condussero in Sagrestia a prendere la Bara colla Cassa Sagro Deposito, dov’era stata quella rinserrata la sera antecedente dall’Altare, in cui era stata esposta, per isfuggire gl’inconvenienti, che erano principiati dalla divozione de’ Popoli, quando se non fusse accorso Monsignor nostro Vescovo, sarebbe succeduto grande, che da’ Forastieri quello già s’involava per la divozione, per lo che fu lo stesso Sagro Deposito rinserrato in Sagrestia, e a viva forza tenuta chiusa la Chiesa con Guardie per tutta la notte, e così quella presa da detti Prelati Baju li, come dicevamo, colla sia Bara, fu collocata sopra l’Altare di essa Chiesa di S. Maria in Pensulis.

XII. Indi cantando l’Inno, Iste Confessor : con suo Versetto, Responsorio e Orazione, premesse le solite Incensazioni, precedenti le dovute recognizioni del Corpo del Santo, si diè principio alla Solenne Traslazione, colla Processione del Clero Secolare, e Regolare, restando per le Strade le Confraternite schierate, che non poterno entrare in Chiesa per la gran moltitudine: portando la Bara, sopra la quale era collocata la Cassa del Corpo, e Roeliquie del nostro Santo li due Prelati Bajuli, cioè Monsignor di Guardialfiera, come forastiero, il nostro Monsignor Vescovo, benché più anziano nell’ordine, all’ultimo luogo, sostenuta la Bara da quattro Canonici, cioè due per parte, sotto un nuovo, e ricco Baldacchino di broccato d’oro, le mazze del quale si portavano dalli Illustrissimi Signori Marchese di Montagano, suo Zio, e Fratelli, e dalli Signori Fratelli di Sua Ecc. Signor Duca do S. Elia, e inxxxxxso seguiva

Monsignor di Trivento, che con Mitra, e Pastorale andava benedicendo il Popolo, facendo da suo Caudatario Sua Ecc. il Signor Duca di Casacalenda, e io suo Agente, in luogo di V. E. servendo il Prelato coll’Ombrella, e tutti gli altri cantando Inni, e Salmi con cerei accesi alla mano, e due Acoliti, che andavano incensando avanti le Sacre Reliquie, girando per le strade più principali della Terra, che non bastò: ma pure per soddisfare alla divozione del Popolo, che anelava vedere, e venerare quel Sagro Deposito, e all’incontro non poteva soddisfarsi in Chiesa, né per le strade, per essere molto numeroso, fu lo stesso collocato in un’Altare, fatto preparare in una pubblica Piazza, sotto il Palazzo Ducale, e ivi tenuto esposto per un pezzo, per l’effetto suddetto. Finalmente entrata in Chiesa Madre, sotto il titolo di S. Pietro Apostolo la Processione del Clero Secolare solo, non avendo possuto gl’altri, perché la Chiesa era piena, fu ivi cantata Terza, e la Messa con scelta musica della Cattedrale, e tra essa, prima dell’offertorio