Pagina:Memorie storiche della città e del territorio di Trento.djvu/100

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82 memorie storiche della città


Abbiamo detto più sopra, come la Repubblica veneta in virtù della pace di Cremona dell’anno 1441 teneva in suo potere la città e pretura di Riva, quantunque il Principe Vescovo di Trento non fosse punto intervenuto a quel trattato, nè mai acconsentito avesse alla cessione di Riva. Aveva inoltre la Repubblica veneta già dall’anno 1416 occupato il Castello di Lizzana, Roveredo ed altre terre della Valle Lagarina, e ciò parte in virtù del testamento di Gulielmo di Castelbarco, il quale, allorchè morisse senza prole l’unico suo figlio, aveva alla Repubblica lasciati tutti i suoi dominj, e parte in virtù di cessioni fattele da altri Signori di Castelbarco; ma questo testamento e queste cessioni non potevan dare alla Repubblica alcun giusto diritto di possedere le terre, che aveva occupate; perchè i Signori di Castelbarco le avevano ottenute a titolo di feudo per se solamente e pei loro figli maschi legittimamente discendenti, nè potevano in alcuna guisa disporne in pregiudizio de’ Principi Vescovi di Trento, che n’erano i diretti e sovrani Signori. La Repubblica aveva inoltre fin dall’anno 1440 occupato colle armi il Castello di Ponede con Nago e Torbole appartenenti ai Conti d’Arco, i quali molt’altre doglianze avevan pure contro la Repubblica per contrasti di confini co’ cittadini di Riva. I Conti d’Arco sperar non potendo dal Vescovo di Trento loro Signore alcun valido o bastante