Pagina:Memorie storiche della città e del territorio di Trento.djvu/102

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84 memorie storiche della città

to alemanno la penuria de’ viveri, ed i soldati trovandosi mal soddisfatti delle loro paghe incominciarono a sbandarsi, ed a ritornare alle loro case. I Veneziani ripresero dopo di ciò il possesso della città e del castello di Roveredo, e cresciuto loro il coraggio per tale ritirata dell’inimico, Roberto da San Severino celebre capitano di quei tempi, ch’era divenuto supremo comandante dell’armata della Repubblica, propose a’ Provveditori veneti, che in essa trovavansi, di portare la guerra nel paese stesso de’ nemici, e di andare, profittando dell’opportunità del tempo, a porre il campo intorno a Trento. Dopo aver preso i due castelli di Nomi e della Pietra l’esercito veneto venne ad accamparsi nella pianura di Calliano. Pervenuta a Trento la notizia delle mosse de’ Veneziani si sparse il terrore nella città perchè sfornita di soldati e di tutto ciò che occorreva per sostenere un assedio. In questo frangente il Vescovo Udalrico si rivolse a Giorgio di Pietrapiana gentiluomo trentino, che avevasi già prima nelle guerre di Fiandra acquistata gran fama nell’armi. Egli dunque raccolse quel maggior numero, che fu possibile, di milizie trentine onde difendere, per quanto potesse, la città dagli assalti dell’armata inimica. D’un altro capitano di nome Federigo Kappeller, che in tal occasione si segnalò, fa menzione lo Statuto di Trento. Il dì 10 d’Agosto giunse in Trento l’avviso, che una partita de’ Veneziani si era distesa