Pagina:Memorie storiche della città e del territorio di Trento.djvu/121

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più oltre le sue fiamme. Nei medesimi giorni Francesco Sforza Duca di Milano, il quale costretto dalle armi francesi ad abbandonare il suo Ducato erasi pochi anni prima rifuggito in Trento, ove dal nostro Bernardo era stato onorevolmente accolto, e nel suo infortunio liberalissimamente trattato, memore de’ ricevuti beneficj mandò pur esso ad offerirgli tutte le forze del suo Stato; ma non ebbe bisogno il Vescovo Bernardo di questi soccorsi avendo già egli repressa e sedata, come detto abbiamo, ogni sommossa.

Nella difesa della città contro gli assalti de’ sollevati si segnalarono principalmente Gerardo Conte d’Arco, Lodovico Conte di Lodron, ed il Signore di Castelalto, che vennero ad offrire a Bernardo i loro servigi. Le particolarità più minute di questa guerra vengono prolissamente narrate dal Pincio nel libro nono della sua storia, in cui nota, che gl’insorgenti oltre i popoli della Val di Non erano i contadini delle terre poste di qua dall’Adige, quelli di Pergine, di Levico, e della Valsugana, e che tra le terre di là dall’Adige Vezzano, Padrignone, e Vigolo Baselga non vollero prendervi alcuna parte: che niuna parte pure vi presero le Giudicarie, nè Riva, nè Tenno, nè Termeno, nè la Valle di Fiemme. La terra di Vezzano essendosi tra le altre particolarmente distinta nella fedeltà al suo Principe e nel resistere a tutte le minacce, che le venivano per ciò fatte dalle altre vicine