Pagina:Memorie storiche della città e del territorio di Trento.djvu/254

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236 memorie storiche della città

Insigni sopra tutti gli altri eran i diritti, de’ quali godeva la città di Trento. Il Magistrato consolare, allorchè usciva in pubblico in occasione di processioni o d’altre pubbliche funzioni, vestiva per facoltà concessagli dal Principe Dominico Antonio de Thunn un ricco abito alla spagnuola: egli era preceduto da due grandi mazze d’argento portanti scolpito lo stemma della città, ed era seguito con pomposo apparato da numerose livree. I cittadini di Trento avevano il diritto di eleggere e nominare ogni anno i Consoli e Provveditori della città al numero di sette, che formavano il Magistrato civico, composto sempre dei più rispettabili gentiluomini e cavalieri o dei più riputati cittadini. Fatta l’elezione il Magistrato civico presentava con sua supplica al Principe i nomi delle persone elette, a formare il nuovo Magistrato supplicandolo della suprema sua approvazione e conferma. Essendo avvenuto, che in una nuova elezione fu negata dal Principe o dal suo Consiglio la conferma di tre persone elette all’uffizio di Consoli, il Magistrato civico reclamò altamente contro questa arbitraria riprovazione dei tre eletti rimostrando, che sarebbe del tutto vano ed illusorio il diritto dell’elezione competente a’ cittadini di Trento, se avesse a dipendere dal puro arbitrio o volere del Principe il confermare o rigettare l’elezione, ed egli ottenne poi dal Principe e Cardinale Cristoforo Madruzzo un rescritto o decreto,