Pagina:Memorie storiche della città e del territorio di Trento.djvu/255

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e del territorio di trento. 237

in cui fu dichiarato, che non sarebbe più negata in avvenire la conferma delle persone elette senza legittima e giusta causa, la quale verrebbe pure chiaramente espressa e manifestata. Presentata al Principe o al a suo Consiglio la supplica, per l’approvazione e conferma della fatta elezione soleva segnarsi alla supplica il seguente rescritto: «Confirmantur omnes in ordine nominati, qui se sistant in Consilio diei....... fidelitatis et obedientiæ juramentum præstituri.» Si presentavano poi nel giorno assegnato il vecchio ed il nuovo Magistrato innanzi al Principe sedente nel suo Consiglio, ove giunti il nuovo Capo-Console pronunziava un rispettoso discorso, al quale rispondeva il Cancelliere aulico; indi i nuovi Consoli presentavansi tutti l’un dopo l’altro alla sedia del Principe, ove tutti prestavano toccati i santi Evangeli il giuramento di fedeltà ed obbedienza secondo la formola prescritta dallo Statuto, che abbiamo di sopra riferita, e che veniva allora preletta; il che fatto tutti ritornavano al Palazzo civico, ed i nuovi Consoli assumevano, tosto l’esercizio delle loro cariche.

Il Magistrato civico aveva inoltre il diritto di nominare tre o più giureconsulti alla carica di Podestà presentando questa nomina con sua supplica al Principe, affinchè tra i nominati soggetti egli scegliesse, quello che più gli fosse piaciuto, per l’amministrazione della giustizia nella città e pretura di Trento.