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e del territorio di trento. | 53 |
o non si sentano citati monumenti della pietà della Regina Teodelinda, e di Agilolfo. Noi non dobbiam qui tacere la singolare stima e venerazione, che questa celebre Regina ebbe pel nostro Abate Secondo. Scrive il Muratori, ch’essendo stato nell’anno 603 solennemente portato al sacro fonte in Monza il figliuolo nato al Re Agilolfo, per così magnifica funzione fu scelto il giorno santo di Pasqua .... Ottenne la piissima Regina Teodelinda dal marito, ch’esso figliuolo, a cui fu posto il nome di Adaloaldo, fosse battezzato nella fede cattolica, e tenuto al sacro fonte, o pur battezzato da Secondo Abate nativo di Trento, uomo ch’era allora in concetto di gran santità, e carissimo ad essa Regina1. Questo Abate Secondo aveva scritta, come abbiamo pur accennato più sopra, una storia del Regno de’ Longobardi, che andò poi con grave danno perduta, ma che servì a Paolo Diacono a tessere in gran parte la sua.
Agilolfo dimostrò, che la religione non indeboliva punto in lui il vigor del governo; poich’egli represse l’ardire de’ Franchi, che tuttavia scendevano di tempo in tempo ad infestare l’Italia, accrebbe il suo Reame colla conquista d’altre terre, che ancor obbedivano agl’Imperadori greci, e tenne a freno i suoi Duchi, i quali per altro nell’autorità, ch’e-
- ↑ Muratori Annali, d’Italia. Anno 603.