Pagina:Memorie storiche della città e del territorio di Trento - parte prima.djvu/80

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dignità di colonia, ch’era una piccola immagine della romana repubblica. Essa conservò i suoi magistrati, ch’eleggeva dal suo seno, ed il governo e l’amministrazione interna di se medesima anche durante tutto il regno dei Goti. Se dopo l’invasione de’ Longobardi ella mutò stato e condizione, e soggiacque alla comune sventura di tutte le altre città d’Italia, ella divenne allora almeno la capitale d’uno dei trenta sei Ducati, ne’ quali fu diviso il Regno longobardico, e come tale ebbe sempre il suo proprio e particolar Duca. Estinta la dominazione de’ Longobardi, Trento nel nuovo governo dei Re d’Italia ebbe sempre ora un Duca, or un Marchese, or un Conte, come ogn’altra città principale d’Italia. Fu l’anno 1027, che l’Imperatore Corrado il Salico fece solenne donazione ad Udalrico Vescovo di Trento ed a tutti i suoi successori in perpetuo del temporale dominio della città e del territorio di Trento. Egli donò a’ Vescovi Comitatum Tridentinum (sono le parole del Diploma) cum omnibus suis pertinentiis, et utilitatibus illis, quibus eum Duces, Comites sive Marchiones hucusque beneficii nomine habere visi sunt. Questo Diploma porta la data pridie Kalendas Junias 1027, anno Regni nostri tertio Imperii primo. Actum Brixæ feliciter. Quantunque nel Diploma non sia espressamente nominata la città, non dee già credersi, come si è da alcuni creduto, che questa compresa non fosse