Pagina:Memorie storiche su la vita gli studj e le opere di Lionardo da Vinci.djvu/118

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di lionardo da vinci. 107

si è che v’ha apposto in una cifra il proprio nome; ed è questo (tranne quello de’ sigg. conti Sanvitali a Parma) il solo quadro in cui siasi, direm così, sottoscritto. La cifra sua, consistente in un monogramma formato dalle tre lettere L D V, vedesi nella tav. II fig. 10. Crede il De Pagave che appunto abbiavi apposta la cifra, perchè avendo egli in certo modo cangiato lo stile, non s’attribuisse ad altri quel suo lavoro1. L’avvenente donna poi certamente è quella per cui il quadro fu fatto; o alla famiglia del Pontefice appartenesse, o a quella de’ Gonzaga, a cui destinata era la tavola. A me sembra verosimile che rappresentar possa la cognata di Lion X moglie del duca Giuliano, giacchè sappiamo da Lionardo medesimo, che partissi il magnifico Giuliano de’ Medici addì 9 di gennaio 1515 in sull’aurora da Roma per andare a sposare la moglie in Savoia: e in tal dì vi fu la morte del re di Francia2. Egli pertanto avranne fatto il ritratto in quella bellissima tavola a lei de-

    era a Raffaello nella maniera di dipingere, ed emulato l’avrebbe, se scemando qualche grado alla finitezza, n’avesse aggiunto qualche altro alla facilità ed amenità.

  1. Il P. Allegrezza (Opusc. Eruditi pag. 290) sospetta che cifra di Lionardo sia una X frammezzata da una L, che vedesi presso a certe teste di Filosofi in casa Borri; ma quelle figure non sono certo del Vinci.
  2. Nota scritta da Lionardo nel fol. primo del cod. segnato X.