Pagina:Memorie storiche su la vita gli studj e le opere di Lionardo da Vinci.djvu/119

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108 MEMORIE STORICHE

stinata; e forse in premio di questo lavoro, comunque già vecchio ei fosse al confronto degli emuli suoi Michelangelo e Raffaello, che nella mente del Pontefice erano in maggior credito, gli sarà stato dato l’incarico di quel lavoro, che cagion fu poi de’ suoi dispiaceri, e della sua partenza.

Narra infatti il Vasari che »essendosegli allogata un’opera dal Papa, Lionardo subito cominciò a stillar olj ed erbe per fare la vernice; e che il Papa ciò risapendo dicesse: oimè, costui non è per far nulla dacchè comincia a pensare alla fine innanzi al principio dell’opera: del che sdegnatosi Lionardo, tanto più che sapeva essere stato chiamato a Roma il Bonarotti, che non gli era amico, se ne partì.«

Tra le sue carte altra memoria non v’ha relativa a Roma, se non che egli immaginò per coniare in quella zecca le monete, e farle perfettamente tonde, un torchio migliore di quello che dianzi adoperavasi: del che abbiamo la notizia sul cartone del codice summentovato.

Probabilmente prima di essere malcontento del pontefice avrà dipinta a s. Onofrio sul muro quella B. Vergine di cui parlasi nel catalogo delle sue pitture; e forse altre tavole tuttora esistenti in Roma, delle quali parleremo a suo luogo.

XXIX. Successore di Lodovico XII fu Francesco I, di cui primo pensiere fu la