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DI LIONARDO DA VINCI. 137

stesso e al sole; ma vedesi da quest’articolo, scritto circa il 1510, che tale pur era l’opinione del Vinci: e pare che ’l fosse in generale de’ migliori ingegni di que’ dì, quasi 40 anni prima che Copernico la pubblicasse.

2. Della Terra fatta in pezzi. Osserva che questi pezzi, cadendo dall’alto dell’atmosfera verso il centro, cadrebbero di là, indi tornerebbono indietro oscillando per lungo tempo, come un peso attaccato ad una corda, che non perde il moto se non lentamente. Vedesi da ciò ch’egli ha conosciute le leggi della forza d’inerzia; ed ebbe sin d’allora quell’idea di cui fanno uso oggidì gli Astronomi per ispiegare l’oscillazione de’ pianeti da un apside all’altra delle loro orbite.

3. Della Terra, e della Luna. Egli s’avvide che la scintillazione delle stelle non è nelle stelle medesime, ma nel nostr’occhio: verità, che non avea conosciuta nemmeno Keplero, quantunque grande fisico ed astronomo, che visse un secolo dopo Lionardo. Osserva quindi che la Terra, ricevendo la luce dal sole, serve di luna alla luna medesima, e n’ha a un dipresso le fasi; e se ne’ primi dì della luna nuova ne veggiam anche la parte oscura, ciò nasce, dic’egli, dal riflettere che fa la terra i raggi solari: verità che credeasi scoperta da Moestlim un secolo dopo Lionardo.


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