Pagina:Memorie storiche su la vita gli studj e le opere di Lionardo da Vinci.djvu/20

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DI LIONARDO DA VINCI. 9

sta della fratellanza di Lionardo con suo marito: nè lo avrebbe certamente cotanto distinto, se per la legittimazione almeno non lo avesse riputato degno di questo titolo. Un argomento sicuro poi della legittimazion sua, se non della legittimità, io lo traggo dal vederlo nel 1511 in Firenze occupato a piatire co’ suoi fratelli, che molti n’avea come rileviamo dalla genealogia del Dei, per avere la sua parte dell’eredità d’un comune loro zio ser Francesco da Vinci matricolato nell’arte della seta; e ciò consta per più lettere sue scritte a Milano, esistenti nel mentovato codice atlantico al fol. 310, delle quali un frammento di quella sola quì trascrivo che diretta fu a monsig. Carlo d’Amboise luogotenente del re di Francia in Milano: Io sono, scrive egli, quasi al fine del mio letigio che io ò con mie’ fratelgli, e più sotto. Ancora ricordo a V. Exc.ia la facenda che ò cum S.r Juliano mio Fratello capo delli altri fratelli ricordandoli come se offerse di conciar le cose nostre fra noi fratelli del comune della eredità de mio Zio, e quelli costringa alla expeditione, quale conteneva la lettera che lui me mandò.

È egli verosimile che volesse Lionardo avventurare una lite per una sostanza alla quale non avrebbe potuto in nessun modo pretendere, qualora non avesse avuto il titolo, se non della legittimità, almeno della legittimazione? Aggiungasi che nel suo te-

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