Pagina:Memorie storiche su la vita gli studj e le opere di Lionardo da Vinci.djvu/85

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74 MEMORIE STORICHE

pur l’oro mancavagli, onde pagare gli stipendiati, e gli operai, e dar compimento ai gran lavori incominciati. Il più importante di questi per Lionardo era il gitto della statua equestre. Egli, ajutato probabilmente ne’calcoli dall’amico frate Paciolo, come dal modello vedeasene l’altezza1, e ogni altra dimensione, così calcolato avea che il peso del bronzo ascendeva a libbre


  1. Frate Luca Paciolo nella prefazione al libro = De divina proportione = scritto pel duca Lodovico parla della » admiranda e stupenda equestre statua, la cui altezza, dalla cervice a piana terra, sono braccia 12, cioè 37 tanti della quì presente linea A. B. (Vedasi nella Tav. ii fig. 8). Or questa linea misurata nel codice ms. in pergamena colle figure del Vinci medesimo, è di once milanesi 4, punti 0, atomi 11, e di poll. 7 lin. 5 del piede parigino, che sono uguali a millimetri 202 dell’odierno metro francese. Quindi l’altezza del colosso era di braccia milanesi 12, on. 10, p. 1 a. piedi parag. 23, poll. 6, lin. 2 metri 7, decimetri 6, centimetri 3, millimetri 9 Poichè il Paciolo, collega ed amico del Vinci, parla del peso della statua come delle reali sue dimensioni, io nello spiegare la Tav. xl de’ disegni vinciani del Gerli, ne ho conghietturato, che ne fosse allora stato fatto il gitto; ma tanti argomenti e testimonj dimostrano non essere stato fatto mai, che presto dovei ricredermi, intendendo le parole del Paciolo come d’un calcolo fatto sulle dimensioni, e non d’un peso realizzato.