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dei longobardi e del chiostro e chiesa di s. sofia 371

fatta dall’Arcivescovo Orsini alla Congregazione dei Canonici Regolari del SS. Salvatore della Chiesa e del Monastero di S. Sofia, si rileva che «nell’anno 1696 il prelodato Orsini fece cominciare a riparare la stessa Chiesa ed a ridurla alla dovuta simmetria, col far buttare a terra parte di essa, come superflua ed Fig. 4. irregolare»; e che, sopravvenuto l’altro tremuoto del 14 Marzo 1702, la stessa Chiesa restò lesionata, e la si dovette risarcire. In tale istromento è riferito pure avere Orsini, con suo proprio danaro, eretto dai fondamenti l’atrio. Questo, però, deve essere un errore, imperocchè abbiamo visto che l’atrio già esisteva al 1495, e ne parla Giordano de Nicastro nel citato manoscritto in epoca anteriore ai tremuoti del 1688 e del 1702, cioè nel 1683. Si volle forse intendere tutt’altro, e intanto si scambiarono le parti: invece di dire che Orsini fece erigere dai fondamenti il campanile e perfezionare l’atrio, si disse il contrario. Di fatti, poco prima, nello stesso istromento, riferendosi al tremuoto dei 1688, si afferma che era stato cominciato il campanile, che era rovinato dai fondamenti, come innanzi è detto ivi pure. Dunque, se prima del tremuoto del 1702 il campanile era stato appena cominciato, è chiaro che dopo questo tremuoto fosse stato innalzato per intero dai fondamenti.

L’interno dell’attuale Chiesa di S. Sofia ha molta simiglianza


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