Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
atto secondo | 123 |
è la vita di Siroe. Ei non ancora
i complici scoprí: morrebbe seco
il temuto segreto.
Cosroe. È vero. Oh quanto
deggio al tuo amor! Vegliami sempre a lato.
Siroe. Forse incontro al tuo fato
corri cosí. Non può tradirti Idaspe?
Emira. Io tradirlo?
Siroe. In ciascuno
può celarsi il nemico. Ah! non fidarti:
chi sa l’empio qual è?
Cosroe. Chètati e parti.
Siroe. Mi credi infedele:
sol questo m’affanna.
Chi sa chi t’inganna?
(Che pena è tacer.)
Sei padre, son figlio;
mi scaccia, mi sgrida:
ma pensa al periglio,
ma poco ti fida,
ma impara a temer. (parte con guardie)
SCENA IV
Cosroe ed Emira.
Emira. (Pensoso è il re.)
Cosroe. (Per tante prove e tante
so che il figlio è infedel; ma pur que’ detti...)
Emira. (Forse crede a’ sospetti,
che Siroe suggerí.)
Cosroe. (Tradirmi Idaspe!
Per qual ragion?)
Emira. (S’ei di mia fé paventa,