Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
52 | i - didone abbandonata |
SCENA IX
Selene e detti.
Selene. Oh Dio, germana!
Alfine Enea...
Didone. Partí?
Selene. No, ma fra poco
le vele scioglierá da’ nostri lidi.
Or ora io stessa il vidi
verso i legni fugaci
sollecito condurre i suoi seguaci.
Didone. Che infedeltá! che sconoscenza! Oh dèi!
Un esule infelice...
un mendico stranier... Ditemi voi
se piú barbaro cor vedeste mai?
E tu, cruda Selene,
partir lo vedi, ed arrestar nol sai?
Selene. Fu vana ogni mia cura.
Didone. Vanne, Osmida, e procura
che resti Enea per un momento solo.
M’ascolti e parta.
Osmida. Ad ubbidirti io volo. (parte)
SCENA X
Didone e Selene.
Selene. Ah! non fidarti: Osmida
tu non conosci ancor.
Didone. Lo so pur troppo.
A questo eccesso è giunta
la mia sorte tiranna:
deggio chiedere aita a chi m’inganna.