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28 xi - olimpiade


Argene. Né ancor si vede alcun. (guardando per la scena)

Aristea. (turbata)  Né alcuno... Oh Dio!
Argene. Che avvenne?
Aristea.   Oh, come io tremo!
come palpito adesso!
Argene.   E la cagione?
Aristea. È deciso il mio fato:
vedi Alcandro che arriva.
Argene. (verso la scena)  Alcandro, ah! corri,
consolane; che rechi?

SCENA II

Alcandro e dette.

Alcandro. Fortunate novelle. Il re m’invia

nunzio felice, o principessa. Ed io...
Aristea. La pugna terminò?
Alcandro.   Sí: ascolta. Intorno,
giá impazienti...
Argene. (ad Meandro)  Il vincitor si chiede.
Alcandro. Tutto dirò. Giá impazienti intorno
le turbe spettatrici...
Aristea. (con impazienza)  Eh! ch’io non cerco
questo da te.
Alcandro.   Ma in ordine distinto...
Aristea. Chi vinse dimmi sol. (con isdegno)
Alcandro.   Licida ha vinto.
Aristea. Licida!
Alcandro.   Appunto.
Argene.   Il principe di Creta?
Alcandro. Sí, che giunse poc’anzi a queste arene.
Aristea. (Sventurata Aristea!)
Argene.   (Povera Argene!)