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(86) Da autentici documenti che il Co. Tassis ha prodotti nelle Vite citate (T. I. p. 120. 65.), si comprova che i lavori di tarsia di questo Coro fatti furono da Gianfrancesco Capodiferro di Lovere nel Bergamasco, da Zannino suo figliuolo, da Pietro suo fratello, e da altri Bergamaschi, sopra disegni di Lorenzo Lotto e d’altri pittori di grido.
(87) A buona fonte l’anonimo attinse per conoscere l’autore di questo pregiatissimo mausoleo, e lo trovò da vero. Si cominciò a conoscerlo dall’elegante Descrizione di Bergamo composta da Marcantonio Michele gentiluomo Veneziano nel 1516, e pubblicata nel 1532. con Francesco Bellafino De temporibus urbis Bergomi; avendo scritto il Michele che il mausoleo di Bartolommeo da Bergamo era sculptura Ioannis Antonii Amadei Papiensis opere spectatissimum. Ne espongono le sue bellezze il Co. Iacopo Carrara nelle Lettere pittoriche (T. V. p. 278.) ed il Pasta nelle Pitture di Bergamo (p. 28.); da’ quali fatte si veggono osservazioni giudiziose, che comprovano il merito singolare dell’artefice. Questo Pavese fu già stato messo dal Lomazzo fra li bravi scultori Milanesi (p. 615.). Ma altre opere ancora lo comprovano assai valente nell’arte sua; cioè il Deposito di Medea figlia di Bartolommeo Coleoni nella chiesa de’ Domenicani della Basella (Carrara e Pasta Lib. cit.), una porta ornatissima di arabeschi e di figure nella Certosa di Pavia (Bartoli, Notizia delle pitture, sculture, ed architetture ec. d’Italia, T. II. p. 71.), e l’arca di marmo contenente corpi di Santi Martiri in Cremona, dall’autore già indicata. La statua equestre del Coleoni è opera di due scultori Tedeschi Sisto e Leonardo, aggiuntavi l’anno 1501. (Pasta, Lib. cit. p. 168.).
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