Pagina:Milani - Risposta a Cattaneo, 1841.djvu/55

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cuzione (paragrafo 142°), la libertà di scegliermi gli ingegneri ed assistenti subalterni ne era un indispensabile corollario. Mi fu dunque accordata 1.

145.° Perla residenza dell’ufficio tecnico proposi alla Commissione fondatrice la città di Verona come punto centrale tra Venezia e Milano allegandone i motivi, e dimostrandone le utilità nel rapporto 20 giugno 1837 (Allegato NN.), e tanto la Commissione fondatrice nelle proposizioni terminative 14 agosto 1837 (Allegato GG.), quanto la Direzione della società, nel contratto 18 gennaio 1838 (Allegato HH.), stipularono meco che l’Ufficio tecnico centrale sarebbe costantemente in Verona.

146.° Colle solite sue bugiarde asserzioni, che spaccia franco come se fossero articoli di fede, come se non avessero bisogno di prova, il dottore Cattaneo va dicendo che anche nell’istituzione dell’ufficio tecnico, nella scelta degli ingegneri, nei rapporti di risponsabilità, nella divisione dei lavori, io non vi ho posto un grano di senno; ma, disperato del meglio, mi sono abbandonato al caso, all’incerto spirare dei venti, del che egli, mossosi finalmente a compassione, viene ora, quattro anni dopo il fatto, insegnandomi cosa io avrei veramente dovuto fare in allora per condurre a bene le cose. Fortunatamente il ritardo non reca danno, perchè tutto quello che mi insegna, non sono che cose vane: e non è vero che in tutto ciò che si riferisce all’ufficio tecnico, agli ingegneri, alla risponsabilità, ai lavori non vi siano state massime fondamentali, idee generali e direttrici, norme uniformi. Vi furono; anzi le esporrò qui, perchè il giusto lettore possa giudicarle, approvarle se le stima degne della sua approvazione, disapprovarle, a scuola dei futuri, se avesse dei buoni argomenti per dimostrarle non buone.

Accennerò soltanto le massime, ommettendo per brevità le considerazioni dalle quali derivano, e le utilità pel bene dell’impresa che possono derivare da esse, perchè mi sembra che sì queste che quelle sieno assai evidenti.

Quello poi che esporrò in seguito nel rispondere a questa sesta accusa del dottore Cattaneo, dimostrerà come io mi sia sempre a queste massime, a queste norme reggitrici tenuto, oltre che la cosa può essere anche confermata da tutti gli ingegneri che io ebbi l’onore di dirigere.

147.°. Volli

un ingegnere in capo — due ingegneri macchinisti direttori — degli ingegneri operatori — dei macchinisti guidatori — degli ingegneri assistenti;

L’ingegnere in capo risponsabile verso la Direzione della società — gli ingegneri macchinisti e gli ingegneri operatori risponsabili verso l’ingegnere in capo — i macchinisti guidatori risponsabili e verso gli ingegneri operatori e verso gli ingegneri macchinisti, ma per cose diverse, come vedremo in seguito — gli ingegneri assistenti risponsabili verso gli ingegneri operatori;

Un ufficio tecnico centrale a Verona — due grandi officine, una a Milano, l’altra a Venezia, per costruire ed acconciare le macchine locomotive a vapore;

Tutta la strada da Venezia a Milano divisa in sezioni di circa trenta chilometri di lunghezza;

Per ogni officina di macchine un ingegnere macchinista direttore — per ogni sezione un ingegnere operatore ed un ingegnere assistente, costanti, cioè possibilmente sempre gli identici per ciascuna sezione tanto nei rilievi e nei lavori dei progetti, che in quelli di

  1. Preliminari al contratto 14 agosto 1837, articolo 2.°, allegato GG; ed articolo 3.° del contratto 18 gennaio 1838, allegato HH