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Dittamo eretico o degli antichi, l’origanum dictaminus di Linneo. Il Dittamo falso o quello che i nostri villici chiamano erba limone è il marrubium o pseudo dictaminus di Linneo. Il dittamo della Virginia è la Mentha pulegium; e finalmente v’è il dittamo bianco o frassinella, di cui qui si discorre; il dictamus albus, ed è della famiglia delle rutacce, della tribù delle Diosmee. Con tutte queste specie però, il Decandolle non ne ammette che una sola.

3.

Umbrosa hic mixta est molle virens corylus. (pag. 10)

Il Corylus dei Botanici, volta e rivolta, è il Nocciolo, la Linzola dei nostri contadini e più nobilmente l’Avellana da Avella, città antichissima, di origine pelasga nella Diocesi di Nola presso Napoli ove ne cresceano di bellissimi e in folta copia. È col nocciuolo che si facevano le famose verghe divinatorie e non ne è caduta la memoria presso certi impostori che colle verghe dell’Avellana pretendono scoprire tesori nascosti, sorgenti d’acque, miniere ed altri loro visibilii. Il suo frutto mangereccio ha un gusto simile a quello del mandorlo dolce; spremuto dà un oglio grasso. Nei giardini si coltivano il Corylus Avellana maxima, il Corylus purpurea e laciniata. Un altr’uso, assai poco umanitario per vero, ottenne il Corylus in quasi tutti gli Stati dell’Europa sino al 1818. La verga o bacchella dell’Avellana era un articolo di corredo militare. Ogni caporale e sotto caporale dovea portarselo alla cintola e, non mica per complimento, ma per calcarlo sulle reni dei disgraziati suoi comilitoni che andassero condannati al supplizio delle verghe.

4.

Arbor adest, cujos ramis faxere poetae      Nudis, pendentem Phyllida threiciam. (pag. 11)

Eccoci a una sciarada. Quale sarà mai quest’albero! Per saperlo, basta aprire il primo Dizionario mitologico che venga alle mani e apprenderemo che l’albero qui accennato sotto metafora, é il Mandorlo. Ma senza aver bisogno dei dizionarii, chi non sa che Fillide figlia di Licurgo re di Tracia, innamoratasi di Demofoonte