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A T T O

Nè colomba, nè velo,
Sì come han fatto qui Ninfe, e Pastori
Per testimon del lor devoto zelo:
Ma ecco, ch’io vò darti
Cose migliori assai per ricrearti
Di Cerere, e di Bacco i frutti amati
Ti dono, perche i tuoi cari tesori
Senza questi sarian freddi, e gelati.
Et ecco, ch’io vò farne il saggio prima,
Acciò tu forse non facessi stima,
Che ci fosse mortifero veleno
Ma vò prima sedere à l’erbe in seno.
Igi.Sì, si siedieti pure, acciò che il vino
Vada comodamente al locco suo.
Tir.O come lo tracanna, pare appunto,
Che ’l vaso con il vino insieme ingoi
Gor.Hor mi par di star meglio
Ancora, che inaffiato
M’habbia à pena il palato
Ma ecco, che di nuovo
Torno à colmar il nappo
E come io ti promissi, pur te ’l dono.
Ma io mi vò partire
Venere bella, à Dio Pastori, à Dio
Ninfe, vi lascio, rimanete in pace
Ch’io vado à ritrovare il mio compagno,
Dove su l’erba fresca spiegheremo
Le comuni vivande
E quivi lietamente in gioia, e festa


Tra