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di. è l’ingegno humano cosa troppo divina, e coloro, che nell’otio intepiditi lasciano cosi raro dono perire, non meritano tra gli huomini essere annoverati, Però, che trapassando la vita loro con perpetuo silentio, à guisa, che le bestie fanno, non sono buoni ad altro, che à consumar quello, che dalla Natura, ò dalla Terra è prodotto. Da sì fatta maniera di vita, e costumi desiderando io d’allontanarmi, seguitai gli incominciati studi; onde mi avvenne alli giorni passati di compore una Pastorale, la quale io per aventura troppo ardita, mando hora fuori con la scorta del nome di V. E. Illustriss. Desiderando, che ciò mi giovi à mostrarle la divotione, e riverenza, ch’io le porto, non intendendo, che l’autorità del suo Divino nome la difenda, perciò che essendo questa la prima fatica dell’ingegno mio, che sia venuta in luce desidero sentirne liberamente l’openione di ciascuno, per potere i diffetti di questi, e de gli altri miei scritti emmendare. Accetti per tanto V. E. Illustriss. questa mia Pastorale, che hora le appresento, con quella istessa humanita, ch’ella più, e più volte s’è degnata (contra ogni mio merito) di pre-


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