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A T T O

Tir.Certo sì: Coridon poi che da i bruti
Ci distingue il sapere;
E per la conoscenza al sommo Giove
Quasi veniamo eguali.
Cor.O Tirsi, ancor che le ricchezze, e ’l senno
Sien gran doni stimati, non son tali,
Però, che co’ diletti
D’Amor vadan del pari;
Non hai sentito dire
Al vecchio Melibeo, che ’l Pastor Frigio
Negò di dar l’aurato pomo a Palla,
Ancor che saggia, & a Giunon regina,
Sol per donarlo a Venere amorosa?
Saggio, che più prezzò di bella Donna,
Gli abbracciamenti, e l’amorose gioie,
Che ’l profondo saper, che le ricchezze.
Tir.Io hò fin quì creduto, che la caccia
Fusse d’ogni piacer, piacer più dolce;
E, s’alcuno sentia, che ragionasse
D’altri diletti, io la fuggiva, poco
Stimando’l saggio; e questa è la cagione,
Ch’io mai non posi mente
Al saggio ragionar di Melibeo:
E finalmente hò fin ad hor creduto,
Ch’Amor fusse la peste de’ mortali,
E non credea ch’alcuna gioia fusse,
O nel volto, ò nel sen di bella Ninfa:
Ma ’l tuo parlar è sì soave, e dolce,
Che ’l mio core ostinato alquanto molce.


Cor.