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bologninì nel 1221 lo diede in feudo a Manfredo III di Saluzzo, i cui successori continuarono a riceverne dai suoi discendenti l’investitura.

Ritornando ora al nostro Giovanni, esso nel 1301 giurò fedeltà a Giovanni marchese di Monferrato come a sovrano del feudo, ma essendo questi mancato di vita nel 1305 senza lasciar prole, e dopo aver instituita sua erede la sorella Violante moglie di Andronico Paleologo imperatore di Costantinopoli, ne avvenne, coinè già dissi, che molti di quelli che dicevansi discendenti da Aleramo pretesero a quella successione, e fra essi il saluzzese Manfredo, che avendo veduto come Teodoro figliuolo di Violante, appena giunto di Grecia e preso possesso dello stato cedutogli dalla madre, vi apriva una zecca, venuto con esso a rottura, ad ostentazione dei proprii diritti e non credendosi da meno di esso fece batter monete sulle quali prese il titolo di marchese di Monferrato1, esempio che subito venne seguito da altri suoi competitori.

Il veder adunque una moneta coniata da individuo appartenente alla famiglia dei Saluzzo e di quest’epoca, ed inoltre avendo veduto che Giovanni era il solo fra essi che in questo tempo possedesse il feudo di Dogliani, mi fece sospettare che ad esso potesse appartenere, onde, ben esaminato quante lettere potessero contenersi nella lacuna causata dalla parte mancante, conobbi che comodamente vi stavano le lettere IOH, le quali unite alla susseguente S formano abbreviatamente, come sulle monete dei tempi di mezzo sovente vedesi, il nome di Iohannes e indi de Suluciis; così nel rovescio tra le lettere DOLIA e SIS mettendo NEN abbiamo Dolianensis, sottinteso Moneta, e credo di non errare così leggendo. Dcvesi perciò dire che anche questi volle imitare il capo del suo casato usando d’una regalia, alla quale per nessun verso aveva diritto.

Questo fu una conseguenza dell’aver Giovanni nell’anzidetta rottura tra quei due marchesi seguito le parti del suo nipote Manfredo, ma sopraffallo dalle forze di Teodoro, tra le altre terre perdette anche Dogliani, della quale il vincitore investì Rinaldo Spinola parente di sua moglie; essendo però venuto in Genova nel 1311 l’imperatore Enrico VII, volle si facesse la pace tra le

  1. Monete dei Paleologi marchesi di Monferrato. Torino, 1838, pag. 14.