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DOCUMENTO V.

Relazione sulle Zecche dei Doria spedita il 14 giugno 1755 al Sig. Conte Beltrame Cristiani.


Il Principe Gio. Andrea Primo faceva battere nei suoi feudi monete d’oro e d’argento di giusto peso e lega conforme si trova enunziato dalla istruzione che a 12 dicembre 1594 diede al Sig. D. Carlo suo figlio mandato alla corte di Madrid coll’incombenza di proporre in corte per l’E. S. il privilegio di poter spendere dette monete nei regni e stati di S. M.

In fatti nell’anno 1606 fu coniata nella zecca di Loano una partita di soldini 16197 dal Zecchiere di S. E. Filippo Isolabona, coll’argento ch’esso ridusse alla bontà di 11,10 consegnatogli della bontà di 12 da Antonio Borghino che a questo segno aveva raffinato l’argento in lire? di diverse qualità, le quali gli eran state date da Gio. Antonio Queirolo di lui guardaroba 1.

Convien dire, che detta zecca abbia lavorato sino all’anno 1640 in cui la S.ª Principessa D.ª Polissena ordinò, che la medesima zecca non tirasse più avanti come da avviso per di lei comando dato da Cesare Pansa all’allora Comm. di Loano Ventrino Massa con di lui lettera de’ 31 maggio; e li arnesi di detta zecca esistenti entro un piccolo forziere della casa abitativa di Gio. Tommaso Rossi in cui si conservavano, si trasportarono poi nella residenza del Commissario, come dall’Inventario fattosene a 8 luglio 1641 in atti del notaio Pier Francesco Galea.

Stette in ozio detta zecca sino all’anno 1664 nel quale a 27 marzo fu affittata da Giorgio Rollero come Procuratore della S.ª Principessa Donna Violante ad Onorato Blevet di Nizza per anni 4 prossimi, e per l’annua pigione di pezzi 1000 da 8; e col patto fra gli altri di fabbricarvi doppie di peso e bontà come quelli di Milano, scuti d’argento di bontà e peso come quelli di Genova.


  1. Come a carte 121 del libro, luogo dei conti 1605 concernente gli argenti.