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104 CANTO


XI.


Cosi, chi nel mal far dal ben declina,
     Torna dal caso obliquo, al caso retto,
     E coniugato colla sua rovina
     Lascia tutto il preterito imperfetto:
     Con modo, e tempo sua natura inclina
     Al bene oprare, ed al futuro eletto;
     Habitus bonae et malae qualitatis
     Actibus fieri solet frequentatis
.

XII.


Dei più gravi peccati una radice
     L’interesse fu sempre, e l’avarizia;
     Che poi fomenta in gente peccatrice
     Di S. Paol la febbre, e la malizia;
     Questo peccato in voi riprender lice,
     Che più d’ogni altro il cuor vi macchia, o vizia;
     E alle frodi, all’usure, alla rapina,
     Per la roba non sua ciascuno inclina.

XIII.


Oh maledetto, e perfido interesse,
     Che dalle brache uscito de’ Giudei,
     E tra i Cristiani entrato in forme espresse,
     Questi peggiori fai de’ Farisei!
     Sono prerogative a te concesse
     In ogni Foro riportar trofei;
     Madonna Astrea tien sol per tuo decoro
     Nelle bilancie sue le stelle d’oro.