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Caduto l’impero romano, anche l'Abruzzo ebbe da subire l’invasione de’ barbari. I Goti se ne impossessarono, e Teodorico ne diede il governo ai Conti suoi. La lunga ed orrenda guerra, che in appresso Giustiniano imperatore sostenne contra i successori di Teodorico, portò seco la totale rovina dell’antico mondo latino in Italia, quindi anche la desolazione de’ Municipii Abruzzesi.

A’ Goti subentrarono prestamente i Longobardi, popolo incolto, poi man mano incivilito, che riformò l’Italia, infondendo nuovo sangue nelle esauste vene della razza antica, creando nuovi organismi di popolo e di nobiltà, e colmando le vaste lagune prodotte dalla guerra gotico-bizantina per mezzo di nuove colonie. I Longobardi, tosto che ebbero fondato il loro reame in Pavia, mossero alla conquista dell’Italia mediana e meridionale. Se ne resero padroni; solo che non valsero ad occupare nè Roma, nè l’Esarcato di Ravenna, nè le altre città marittime, che rimasero sotto la signoria dell'Imperatore greco. Essi quindi si stabilirono nel Piceno e negli Abruzzi. Non sono dell’avviso di chi pretende avere allora i Longobardi fatto di tutto l'Abruzzo un solo Castaldato, da loro chiamato promiscuamente ora d’Abruzzo, ora di Teramo. Questa città certo ebbe un conte, Comes Castri Aprutiensis. L’Abruzzo non si prestò facilmente alla costituzione di un ducato proprio, causa meno il difetto di un centro governativo, che la posizione