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cose, oggi che la critica storica, mercè lo studio degli archivi, ha fatto davvero meravigliosi progressi, in guisa che nulla si afferma che non sia prima provato con l’appoggio di validi documenti, riesce difficile lo sceverare il vero dal falso, il ragionare di uomini e di avvenimenti, con quella sicurezza di giudizii, che deve essere la prima dote in uno storico; l’illustrare i nostri monumenti, che appartengono all’età di mezzo, in buona parte pressochè ignorati dalla generalità, monumenti i quali farebbero viva e chiara testimonianza che in ogni angolo di queste nobilissime Provincie del Mezzogiorno non è mai venuto meno, anche in tempi barbari, il divino culto dell’arte. In guisa che, sarei per affermare, riesce più facile il mettere assieme una storia antica degli Abruzzi, e principalmente della nostra Provincia, con le notizie forniteci dagli scrittori dell’antichità, che lo scriverne la storia moderna.

Non mancarono ingegni nobilissimi, i quali, in ogni tempo, spinti dalla carità del luogo natio, dettero alacre opera ad illustrare con pazienti ricerche la storia nostra; e ricorderò, prima di ogni altro, Gian Berardino Delfico, che col dotto libro «Interamnia Praetutia» scritto con molto discernimanto, con abbondanza di notizie e sicurezza di storici giudizi, rese facile e chiara la storia di Teramo, già per se stessa oscura, povera e meschina, ed innalzò con l’opera sua a sè ed alla Patria un monumento, che

                                             nec lovis ira, nec ignes,
          Nec poterit ferrum, nec edax abolere vetustas.


D. Nicola Palma, Canonico della Cattedrale Aprutina, attese con pari amore e diligenza a’ sacri uffici del suo ministerio ed alla coltura delle lettere. Pio, dotto, probo ed integerrimo cittadino, vide che non era possibile lo scrivere una storia esatta ed imparziale, senza prima attingere alle fonti originali: molto egli si giovò nella sua — Storia Civile ed Ecclesiastica di Teramo1 — dell’opera manoscritta del Muzi, del libro, già pubblicato, da G. B. Delfico, e delle

  1. Vedi pure — Questioni Abruzzesi risolute dal Canonico D. Nicola Palma — nella quale opera si scaglia giustamente contro coloro che credettero gli Abruzzi regioni ricoperte da monti inaccessibili e da foreste, con rigido clima ed infecondo suolo; e non risparmia l’Alberti, il Micàli, l’Olstenin, il Camarra, il Romanelli, il Villani fiorentino, il Berni ed altri.