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Schede, anch’esse manoscritte, del Brunetti di Campli; ma molto più egli ebbe a studiare sui documenti originali, sulle memorie autentiche, cui ebbe agio di consultare, d’interpetrare, d’illustrare. Con una costanza, rara nei tempi in cui visse, non risparmiò cure e sacrifizii per raggiungere lo scopo desiderato; ed avvalendosi del suo ufficio di sacerdote, potè penetrare ne’ monasteri, ne’ cenobii, nelle Abazie, in tutti quei luoghi insomma ove sguardo profano non avrebbe potuto giungere in tempi tristissimi di basse paure e di feroci sospetti; e rovistando tra i diplomi, le pergamene e gli antichi cartolari, ebbe in mano documenti preziosissimi, che si erano conservati ancora attraverso tanta barbarie di secoli, tanta furia di avvenimenti. Il suo lavoro perciò, dettato con nobilissimo fine, più che una storia imparziale della Provincia, (difficile a scriversi nel 1834), fornisce buona parte del materiale a chi in appresso, avvalendosi de’lumi della critica tanto progredita, de’nuovi documenti scoperti e pubblicati, volesse con animo sereno e scevro da passione scrivere la storia nostra.

L’illustre storico e filosofo Melchiorre Delfico1, il quale già col libro — Pensieri sulla storia e sull’incertezza ed inutilità della me-

  1. La famiglia Delfico ha dato alla Patria uomini benemeriti ed illustri per patriottismo e per dottrina segnalata. Di Melchiorre e di Gian Berardino, abbiamo già tenuto parola, ed il loro nome è stato più volte ricordato con onore in queste pagine. Gregorio De Filippis Delfico, Conte di Longano, marito della unica figlia di Orazio Delfico (autore delle Osservazioni su di una piccola parte degl’Appennini ecc.) prolungava, come egli scrisse, con la prole numerosa una delle più illustri famiglie di Abruzzo- Fu poeta affettuoso e gentile; e scrisse in versi sciolti — La Valle di Simmental; il Giudizio Universale; la Sventura Europea; l’Epistola al Monti; la Peleide; la Risomania; il Carnevale di Roma, Napoli e Milano; Ricordi e Fantasie su i Bagni di Lucca; Gl’incanti soavi della solitudine e della malinconia; ed alcune lodate tragedie — Dirce — la Madonna del Pianto — la Campana di Quaresima — Egli è anche autore di una proposta della Storia dell’industria e del commercio Italiano, e piccola Storia degli odori, libri divenuti oggi rarissimi. Raffaele d’Ortenzio, terso e polito scrittore, con molto acume critico fece l’esame di alcune delle opere ricordate, ma solo per quanto riguarda la parte filosofica e letteraria: niuno ne ha svolta ancora la ragione estetica. Ma la la carità di patria, che solo da pochi anni innalzava un busto a Melchiorre Delfico, degno di più illustre monumento, a testimoniare a’posteri la riconoscenza verso di un uomo che onora Teramo ed il nome italiano, non ha ancora consacrato un ricordo al Conte di Longano, nè a Francesco Filippi-Pepe!