Pagina:Moore - Il profeta velato, Torino, 1838.djvu/52

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Mostrati austera — qual più vuoi ti mostra,
Fuorchè dolente; — oh! resta: — anco un istante.
Quanto stanotte è occorso, a te palese
985Mi fece in parte — alfine ora del tutto
Il profeta conosci. A me, tu stolta,
Davi piena credenza e in tuo pensiero
Tu mi fingevi degli umani amico;
Amico, io? — sì; ma quale ama i guizzanti
990Pesci dintorno a sè cane marino,
O del Nilo l’augello ama le dolci
Uova dell’angue ond’ei si pasce e vive.
     E or che dell’alma mia tutta tu vedi
L’angelica natura, anco del viso
995Le fattezze svelate a te dinanzi
Folgoreggino alfin. Questa sembianza
Nel cui lume divino a te soltanto
Dato è bear l’estatica pupilla,
Questo ciglio abbagliante innanzi a cui
1000L’uomo immortale si prostrò tremando,
Oh! fulmini del ciel fossero al mondo.
Ma ti volgi e rimira — indi, se il vuoi,
Di’ che la terra, dove nato io fui
Mostrüoso cotanto, io non dovea
1005Maledir vendicando i torti miei
Sull’uom che vil, qual è, pure rassembra